LAZIO – SALERNITANA: PARTITA TRA COLLEZIONISTI ULTRAS… PASSANDO PER LA MULTIPROPRIETA’
Vi raccontiamo la storia di Raffaele Galli e il suo amore per la Lazio che, qualche giorno fa ha incontrato un altro appassionato di calcio e di collezionismo Luca Avallone, lui tifoso della Salernitana. Si sono raccontata la loro storia e le loro emozioni ed ecco cosa è venuto fuori dal quella giornata: “Ho messo piede per la prima volta dentro uno stadio il 28 Ottobre del 1979 – racconta Galli – e nella mia famiglia nessuno era tifoso. A 15 anni decisi di andare a tifare per la mia squadra, in quel gruppo formatosi appena due anni prima, gli “Eagles’ Supporters” e nella partita più importante per noi: il derby con la Roma. Quel giorno quel razzo che dalla curva opposta partì per andarsi a conficcare quasi nell’occhio di Vincenzo Paparelli, cambiò profondamente il mio pensiero. Vidi il sangue. La cosa non mi fece mollare, anzi, mi ritrovai così, quasi per caso, dentro un gruppo di ragazzi, che la domenica aveva l’unico scopo di seguire la propria squadra del cuore sia all’Olimpico sia negli stadi di tutta Italia”.
Comincia a vivere da ultras e: “cominciai così a perdere la voce tutte le domeniche e ad aiutare i “vecchi” a fare le coreografie in quella sede che avevamo nel quartiere Prati, storico feudo biancazzurro”.
La Lazio va in B, ma: e questo temprò il mio modo di essere “Ultras” andando nei campi di città dove a volte non sapevi veramente se saresti ritornato a casa. Pullman con vetri infranti sulla via del ritorno e le forze dell’ordine erano veramente un’utopia quando ti trovavi di fronte le tifoserie avversarie negli anni ’80″.
Arriva il cambio generazionale: “Nella nostra curva al posto degli “Eagles” subentrarono gli “Irriducibili”. Non amo seguire la mia squadra televisivamente, sono figlio dello stadio e di quella radiolina del “Tutto il calcio minuto per minuto” che nel mio animo dava un certo appeal a tutto il mondo del calcio”.
L’amore per il calcio lo porta a diventare un collezionista: “Della mia prima partita non conservo il biglietto ma il quotidiano romano “Il Tempo”, acquistato il giorno successivo, l’unico che pubblicò la fotografia di Paparelli mentre lo soccorrono sugli spalti”.
Comincia a raccogliere le maglie dei calciatori: “Frequentare gli “Irriducibili” mi ha fatto conoscere alcuni giocatori. Preferivo le loro maglie, una fotografia con loro in azione”.
L’incontro tra Luca Avallone e Raffaele Galli lo propizia Facebook: “Cercai amici che potevano avere la mia passione e il sistema mi propose Luca, storico collezionista di materiale della Salernitana, non esitai a chiedergli l’amicizia, non per scambi o acquisti, come fanno in tanti, ma solo perché lui poteva capire cosa significa essere un collezionista di materiale della propria squadra del cuore. Luca non esitò ad accettare la mia amicizia e giusto pochi giorni fa ci siamo incontrati per vedere la mia esposizione”.
Nonostante i colori che dividono la loro passione Raffaele ci racconta la sua versione: “Ciò che a volte ci divide sugli spalti, anche se ad essere sincero non ho mai capito come certe rivalità nel mondo ultras possono nascere, specie con la Salernitana, visto che abbiamo nemici storici in comune, unisce nel nome della passione. La storicità sui colori granata che Luca possiede, vista con i miei occhi attraverso le fotografie che ha pubblicato in questi anni che ci siamo conosciuti, penso non abbia eguali nel salernitano”.
Ma oggi le due squadre hanno qualcosa in comune: “è la multiproprietà dell’attuale proprietario di entrambe le squadre Claudio Lotito, sebbene con il cognato Marco Mezzaroma per quella granata. Nel mondo del calcio moderno, non esistono più i presidenti/tifosi, perché l’industria del pallone, ora richiama solo imprenditori che tendono a monetizzare il più possibile il capitale iniziale investito. C’è anche da ricordare la vetrina mediatica che può dare ad essere il padrone di un grande club, iniziata con Berlusconi attraverso il Milan e proseguita dai vari Cragnotti. Ora l’articolo 16 delle Noif recita: “Non sono ammesse partecipazioni o gestioni che determinino in capo al medesimo soggetto controlli diretti o indiretti in società appartenenti alla sfera professionistica” e le sue sanzioni sono: “L’inosservanza del divieto costituisce illecito. L’avvio del procedimento disciplinare comporta la sospensione dei contributi federali, in attesa di pronuncia. Se resta l’inosservanza, le società oggetto di controllo non sono ammesse al campionato”. Il Consiglio Federale ha apportato una modifica chiamata paracadute: “cause di forza maggiore”, ma resta il divieto di proprietà nella stessa categoria e l’obbligo di cessione entro 30 giorni in caso di promozione della Salernitana in serie A, la stessa categoria della Lazio. Questo implica una domanda: la Salernitana riuscirà mai ad essere promossa in Serie A. Mi ricordo una multiproprietà di Franco Sensi, che acquistò il Palermo in Serie C2 nel 2000, quando era presidente della Roma, ma lo cedette due anni dopo a Zamparini dopo che i rosanero raggiunsero promozione in C1. Le società satellite, secondo il mio modesto parere, devono essere limitate a quella che ora si chiama Lega Pro, per far crescere i propri giocatori e dargli una continuità di gioco che accresca la loro esperienza e non girargli giocatori in esubero, altrimenti determinate squadre, saranno costrette a restare nel limbo della serie cadetta”.