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CLAUDIA PALOMBI: “IO E SIMONE DUE BOMBER DI RAZZA. IO PIU’ GRINTOSA, LUI BRAVO NEI COLPI DI TESTA”

“La passione per il calcio nasce dalla voglia di giocare con mio fratello. Ma colui che ci ha coinvolti e trasmesso nel DNA questo sport è nostro padre”.
E’ Claudia Palombi, centravanti della Res Roma, sorella dell’attaccante della Salernitana, Simone a parlarci dell’infanzia dei fratelli goleador.
“Stavamo sempre con il pallone tra i piedi e amavano giocare nei posti più strani di casa o nelle strade. In casa abbiamo rotto parecchie cose, soprattutto vasi e lampade”.
Lei ha già assaporato la massima serie e al suo esordio succede qualcosa che tutti sognerebbero di poter raccontare: “Il primo goal in serie A l’ho segnato nel giorno del mio esordio, non ricordo esattamente l’anno ma credo sia stato 4 anni fa, contro il San Zaccaria, in una partita in cui abbiamo vinto per 4-0. È stato tutto così emozionante, dall’ingresso in campo al goal realizzato per la prima volta nella massima serie. Ringrazio ancora oggi il mio mister Fabio Melillo per avermi dato questa grande opportunità.”.
Oltre al calcio hanno una passione comune: “Siamo entrambi grandi tifosi della Lazio e questo fin da piccoli”.
Tante cose in comune tra i due fratelli del gol, anche nel calcio avete stesse caratteristiche e peculiarità?
“Io e Simone abbiamo caratteristiche simili, questo è vero, anche nel calcio. La caratteristica che più ci accomuna è indubbiamente la tecnica, sappiamo usare entrambi i piedi e abbiamo un gran tocco di palla. La differenza? La più grande, secondo me, è la grinta, io sono più grintosa rispetto a lui. Invece da un punto di vista tecnico Simone è più bravo nel colpo di testa rispetto a me”.

Ora però la sua attenzione è rivolta al recupero da un brutto infortunio: “Si, sono infortunata. Purtroppo un mese fa ho lotto i legamenti del ginocchio, precisamente il crociato e ho subito un intervento.
5 anni fa avevo rotto anche l’altro ginocchio, sono incidenti che purtroppo succedono agli atleti e piano piano si deve avere la forza di reagire”.
Ed allora diamole forza ricordandole il suo primo successo da capitano: “La prima finale scudetto contro la Fiorentina è la partita che probabilmente ricorderò come la più bella e più importante della mia carriera. Ero il capitano e le responsabilità ovviamente erano doppie. Al termine del primo tempo perdevamo 2-0 e al rientro negli spogliatoi ci siamo radunate tutte per ritrovare la forza e la strada giusta per andarci a prendere quello che meritavamo.
Siamo rientrate e siamo riuscite a pareggiare il risultato grazie ad una mia doppietta. È stato davvero emozionante soprattutto il secondo goal, perché voleva dire tranquillità e possibilità di portare a casa il risultato.
Siamo arrivati a giocarci tutto ai calci di rigore e a me è spettato il rigore decisivo, sono andata tranquilla sul dischetto, ho cercato di mantenere la calma e sono riuscita a fare goal e a portare a casa il primo scudetto primavera della storia della nostra società”.
Il tuo sogno?
“Il mio sogno come atleta è quello di togliermi tutte le soddisfazioni possibili, al livello Nazionale ed Internazionale”.
Per finire le chiediamo cosa serve al calcio femminile per emergere anche nella nostra Penisola: “Manca indubbiamente la visibilità, manca il fatto che le squadre professionistiche maschili facciamo quel salto di qualità creando anche, al loro interno, una squadra femminile, per far in modo che le donne abbiano la stessa considerazione degli uomini”.

LE FOTO STATE SCELTE DA CLAUDIA PALOMBI

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).