Dragan Rajic, dopo il triplete, l’addio: “Lascio un buon ricordo”
“Un allenatore di vita diceva:”Trasforma la rabbia in forza, la forza in passione, la passione in amore, l’amore in delusione, la delusione in rabbia, e ricomincia”.
Perciò non sono deluso. La realtà non è quasi mai come appare. È stata una scelta per il bene della pallamano italiana”.
E’ Dragan Rajic a svelare, inconsapevolmente, anche il nome del nuovo coach della PDO Salerno: Neven Hrupec, infatti, continua: “Anch’io penso che l’allenatore della Nazionale deve stare il più possibile vicino alle ragazze questo se vogliamo sperare di ottenere qualche risultato positivo anche con la pallamano femminile”.
Dopo aver vinto tutto una proposta di rinnovo doveva essere un atto dovuto, invece: “Purtroppo io, per adesso, non potevo accettare la proposta che mi hanno fotto come alternativa. Mi dispiace per via dei bambini della scuola di pallamano e per i ragazzi della Pallamano Lanzara con i quali mi sono legato”.
Resta però, oltre, la vittoria di Super Coppa, Coppa Italia e Campionato, un altro successo da inserire nella bacheca di Dragan Rajic: aver dato serenità a tutto l’ambiente della pallamano salernitana: “Io sono quasi 15 anni che alleno in Italia. Penso che sono pochissimi gli allenatori stranieri che conoscono la mentalità italiana come penso di conoscerla io. In Italia si gioca una pallamano che non è professionale e neppure amatoriale. E’ un misto di queste due cose. Per questo bisogna adattarsi se vuoi che la squadra ti segua. Alla PDO penso che ho
saputo tirare fuori il meglio da ogni giocatrice. Sono un allenatore che osserva tanto, che sa leggere le persone. Nei momenti difficili, convincevo la squadra a rimanere unita. Ho sempre esaltato il gruppo, mai gli individui. Poi, per il mio carattere e stile trasmettevo gioia e fiducia. Il resto lo hanno fatto le ragazze in campo”.
Poi ha una parola di elogio per la città, i tifosi: “Per me vivere a Salerno è stato come vivere in paradiso. Io sono uomo di mare. Per me vivere in una città di mare è uno stile di vita. Ho trovato amici fuori dalla pallamano e grazie a loro non sentivo la mancanza degli amici di Umago. Grazie infinite a tutti loro. Io penso che la cosa più bella che possa capitarci nella vita è lasciare un buon ricordo. Un pensiero, alla fine, va ai nostri affettuosi tifosi. Siamo stati una buona squadra, sia sul campo sia sulle tribune. Insieme siamo andati lontanissimo, fino ad arrivare al triplete”.