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8 Marzo: Alessandra Campedelli, coach Nazionale Volley sorde

“Quando Il Bello dello Sport mi ha chiesto di scrivere un mio pensiero sulla festa della donna dal tema ‘la donna e lo sport tra vittorie e difficoltà’ ho risposto immediatamente in modo affermativo con l’entusiasmo che da sempre caratterizza noi donne quando ci mettiamo in gioco in qualcosa.
Poi però ‘la vocina’ ha iniziato a parlare e a far nascere dentro di me parecchie domande e perplessità.
Vi state chiedendo di quale vocina io stia parlando?
La vocina che fin da piccole ci accompagna e ci parla in continuazione durante le nostre giornate caotiche, ma sempre perfettamente organizzate per essere proficue e per poter accontentare tutti, prima ancora che noi stesse.
La vocina che ci segue per darci tutta l’energia che noi donne siamo solite mettere in ogni scelta, in ogni azione in cui decidiamo di impegnarci, sia essa in ambito famigliare, che sociale, che lavorativo, che (non ultimo in ordine di importanza) sportivo! La vocina che ci ricorda che solo con la nostra tenacia e la nostra determinazione possiamo scalare, passo dopo passo, quelle che inizialmente ci sembrano cime irragiungibili. La vocina che ci aiuta a sognare…perché anche dai sogni noi traiamo energia; che ci permette di volare alto, sopra le nuvole, per guardare il mondo da un’altra prospettiva, perché solo così è possibile comprendere l’Altro; che ci fa guardare negli occhi le Persone, per riconoscerle nella loro unicità, senza abbassare lo sguardo quando non la pensiamo allo stesso modo, ma sempre con rispetto e il riconoscimento del valore e del pensiero altrui.
La vocina che ci impone di cercare sempre un confronto con l’Altro, non per l’esigenza di essere ‘le migliori’, ma alla costante ricerca di crescere e migliorare noi stesse.
Quella vocina che ci aiuta a rialzarci dopo le inevitabili cadute che sono di routine per chi, come noi, si dà da fare sempre con anima e cuore. Quella che ci dà la saggezza per imparare dall’esperienza e dai nostri errori!
Quella che ci dà la forza di ‘staccare la spina’ quando qualcuno prova a prosciugare la nostra energia o a connetterci ad un powerbank difettoso o non adatto a noi.
Quella vocina che ci rende brave ad ‘ascoltare’ non solo con le orecchie, ma anche con il cuore.
Quella che però, ogni tanto, vorresti zittire o per lo meno che parlasse un pochino più sottovoce…per non sentire i soliti :”hai visto? Te lo avevo detto!! Devi stare attenta, non fidarti sempre!” Ed è allora che vorresti contraddirla la vocina, ma poi ti rendi conto che ‘lei ha ragione, ma tu, non ci puoi fare nulla, sei così: mettere sempre anima e cuore in ciò che è rischioso, si! Ma rappresenta quel plus valore che fa parte di noi donne.’
Quella vocina che ci sopporta e ci supporta anche però, e senza farcelo pesare troppo, nelle occasioni in cui ci dimostriamo cattive, fragili, inopportune, incapaci…esattamente come succede in talune occasioni agli uomini. Ed ecco che la nostra vocina, magari sottovoce, è pronta a ricordarci che andiamo bene anche così. Perché anche ciò contribuisce a renderci vere.
Ed è allora che la vocina, che percepisce queste nostre contraddizioni, ci ricorda che dobbiamo essere noi a far capire a chi ci accompagna nel nostro viaggio che non siamo uguali agli uomini! No, non lo siamo! E che quindi dobbiamo essere trattate con equità!! Non con uguaglianza!! Vogliamo opportunità, non favorì! Opportunità che ci consentano di esprimere ciò che siamo, ciò che sappiamo, ciò che sappiamo fare, ciò che sappiamo far fare, ciò che sappiamo Essere.
Vogliamo che il nostro essere razionali, competenti, comunicative, esplicite, limpide, sensibili all’Altro, naturalmente ambiziose, empatiche, coraggiose, resilienti, non crei paura, ma possa essere messo al servizio del team, per raggiungere obiettivi comuni! Desideriamo fortemente che tutto ciò che ci caratterizza non venga scambiato per fragilità e debolezza, ma che sia accettato in ogni ambito (sportivo, sociale, lavorativo, famigliare…) come lo è per gli uomini che non devono mai giustificarsi delle loro ombre perché sono viste sempre come naturali prove di carattere forte e determinato.
Una frase che ho letto recentemente mi è rimasta impressa:
“Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna nell’arcobaleno” scriveva Denis Diderot.
Eccola la realtà: siamo fatte di mille colori e sfaccettature, che ci piaccia o meno. Ma questa ‘diversità’ deve diventare per tutti una risorsa, non una barriera. Chi ci sta accanto e cammina con noi dovrebbe conoscere questa nostra caratteristica per poterla valorizzare e vivere come una opportunità. Non avere paura di ciò che tanti colori possono creare. Come un pittore che, per i suoi dipinti, sa di avere a disposizione tutti i colori dell’arcobaleno e che, essendone consapevole, può scegliere quale quadro dipingere, senza essere costretto a dipingere in bianco e nero…o utilizzando solo pochi colori.
Questo è l’augurio che oggi, nel giorno della festa della Donna, io e ‘la vocina’ vogliamo fare a tutte le ‘donne di sport’ (in tutti i ruoli!) e non: di non chiedere o pretendere di essere ‘trattate come gli uomini’, ma di accettare noi per prime la nostra unicità per riuscire a cogliere e creare noi stesse le opportunità per poterla valorizzare, per diventare risorse senza la necessità di dovere, in continuazione, dimostrare sempre ‘qualcosa in più’. ”

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).