Lo sport è donna
“Come in ogni settore della vita quotidiana, le donne hanno avuto – e hanno – una parte importante, al pari degli uomini,anche nel mondo dello sport.
Tuttavia non è semplice sfuggire alle maglie della retorica.
E’ fatto noto che le donne, in passato, hanno avuto non poche difficoltà nell’ inserirsi nel mondo dello sport. Basti pensare ai giochi olimpici dell’antica Grecia riservati agli uomini, mentre una piccola manifestazione all’interno di essi era dedicata, per così dire, alle donne.
Si trattava dei giochi Erei ed erano una sorta di rituale marginale ed infelice.
Eppure una lungimirante Sparta vedeva le donne praticarel’attività fisica al pari degli uomini. Tale allenamento fisico era necessario affinché esse potessero difendere casa e proprietà, mentre gli uomini erano in guerra.
Pierre de Coubertin, in epoca moderna, riportando in auge le Olimpiadi con la prima edizione ad Atene nel 1896, non esitò nell’escludere ( nuovamente ) “il gentil sesso” da tutte le attività sportive.
In contrasto con De Coubertin, però, vennero organizzati, nel corso degli anni ’20, due edizioni dei giochi olimpiciprettamente femminili;.
Anche in Italia, così come in tutto il mondo, lo sport femminile ha trovato – e trova – non pochi ostacoli ad affermarsi. Molti tabù sono caduti e tante cose sono cambiate dai tempi di: Ettorina Sandri (prima campionessa italiana di motociclismo), Alfonsina Morini Strada (prima donna a partecipare al giro d’Italia, anno 1924), Rosetta Gagliardi (prima donna a partecipare alle Olimpiadi, precisamente Anversa 1920, era tennista e portabandiera della squadra italiana) e Ondina Valla (prima italiana a conquistare una medaglia olimpica, Berlino 1936, le Olimpiadi del Fuhrer, negli 80 metri a ostacoli), ma a volte il vortice di un’illogica differenza la fa da padrona.
Lo sport femminile è spesso boicottato anche mediaticamente. È il caso, per esempio, del calcio. Non occorre andare tanto lontano, è sufficiente pensare alla squadra della Salernitana femminile. Una bella realtà che non ha, però, lo stesso rilievo della parigrado maschile. In altri casi, invece, come nella pallamano, con l’epopea recente della Handball Salerno, ci sono i risultati e anche l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori. Forse perché il calcio, come altre discipline sportive, nell’immaginario collettivo non è considerato uno sport per donne. A volte anche solo sentirle parlare di calcio fa venire l’orticaria a qualche maschietto.
Il famigerato “sesso debole” ai più, non è sinonimo di forza…e perché mai? Pensate che prendere un pugno sul volto dalla nostra pluricampionessa di pugilato Marzia Davide sia una carezza?
Donna e sport dovrebbe essere un binomio del tutto normale avulso da sterili pregiudizi.
Donna e sport è un connubio naturale e primordiale.
In fondo spingere con metodica respirazione e forza agonistica il proprio corpo, oltre ogni dolore e superando ogni personale record fisico non è altro che l’atto ginnico più vecchio del mondo: il parto.
La prima atleta della storia è donna e si chiama mamma.”