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CORRADO VICIANI L’INVENTORE DEL TIKI TAKA CHE ALLENO’ LA CAVESE VERSO LA FINE DEGLI ANNI 70′

Oggi si parla del Barcellona che fu di Guardiola e delle fortune della Spagna che grazie a questo modo di giocare ha vinto tutto quello che si poteva vincere a livello di Nazionale.
Ma, dando uno sguardo al nostro passato si capisce che gli inventori del calcio totale e del tiki taka hanno origini meno spagnoleggianti.
Procediamo per ordine.
Chi comincia a concepire un calcio assolutamente innovativo e rivoluzionario è Michels che stravolge tutti gli schemi calcistici di tutti i clubs europei e mondiali che erano legati al tradizionale schema con marcature fisse a uomo e un libero che si staccava dalla difesa. Michels decise che i giocatori della sua squadra dovessero diventare il più possibili universali e capaci di ricoprire più ruoli. Elabora uno schema di gioco a zona con 4 giocatori in difesa in linea pronti alla tattica del fuorigioco (assolutamente sconosciuta per i tempi) e centrocampisti e attaccanti in grado di fare un asfissiante pressing a tutto campo sui portatori di palla avversari. Il suo schema preferito diventa comunque il 4–3–3.
Il 1974 è un anno importante per Michels in quanto raggiunge l’apice della notorietà portando la Nazionale Olandese alla finale dei mondiali conquistando l’ammirazione di o’Rey, il grande Pelè.
Mentre il Mondo parla di Michels in Italia esiste un altro allenatore che stravolge il calcio e ne modifica il suo canovaccio. Stiamo parlando di Corrado Viciani che, nonostante proponesse un calcio alternativo non ha mai riempito le pagine dei giornali.
Corrado Viciani, definito “Il maestro del gioco corto”, che incantò tutti arrivando fino in Serie A con la Ternana. Il boom arriva quando la società umbra decide di affidare la guida tecnica ad un giovane tecnico con poca esperienza alle spalle. Ma il giovane ed inesperto Viciani fa centro già alla prima stagione, conquistando la promozione in Serie B. L’anno successivo ottiene solo un decimo posto e cambia squadra.
Il divorzio dura poco perchè nell’estate del 1971 il presidente Giorgio Taddei lo chiama di nuovo alla Ternana e da li comincerà un ciclo prolifico per il club. La Ternana vince il campionato di Serie B e ottiene la storica promozione in Serie A ottenendo 50 punti davanti alla Lazio di Giorgio Chinaglia e del tecnico Maestrelli.
Il gioco ideato da Viciani incassa notevoli complimenti. E’ il cosiddetto gioco corto, una fitta rete di passaggi di breve misura ma di efficace rapidità. Ci sono tutti gli ingredienti del calcio totale sullo stile olandese: possesso palla, pressing alto, passaggi corti e sovrapposizioni gioco che, in chiave moderna somiglia molto al tiki-taka spagnolo. 
Pur non avendo nei suoi calciatori qualità tecniche sopraffini Viciani si affidava completamente alla preparazione atletica, portando in dono ai propri uomini una condizione fisica tale da poter correre intensamente per 90 minuti per cui la sua filosofia era impregnata su due concetti basilari: lavoro e sudore.
In serie A il lavoro ed il sudore non bastano, bisogna avere anche tanta qualità e il miracolo della salvezza non arriva. Di lui scrivono: “il gioco della Ternana dava la sensazione di fluire con la semplice naturalezza di una forza della natura, come il salto d’acqua della cascata delle Marmore, e la squadra di Viciani ha finito per incantare tutti”, mentre lui parlava di sé dicendo: «Avevo degli asini come giocatori, non potevo permettermi lanci lunghi, invenzioni, fantasie. Bisognava correre, fare passaggetti facili facili, sovrapporsi. A passare la palla a quattro-cinque metri sono capaci tutti, invece i lanci lunghi non servono a nulla, hanno inventato il libero proprio per intercettarli. Se la palla ce l’hai sempre tu, è più facile che riesca a far gol».
Il tiki-taka di Barcellona e Spagna rispetto a quello di Viciani si è evoluto molto i suoi calciatori avevano un moto perpetuo in campo tentando di aprire spazi in attacco grazie a movimenti senza palla e raddoppiando o triplicando le marcature in difesa. Il calcio spagnolo del nuovo corso ha dato più importanza al movimento della palla, infatti, è la sfera che deve girare costantemente rendendo così gli scambi di palla tra giocatori molto frequenti.
Qualcuno definì il suo gioco corto un «calcio brasiliano alla velocità degli inglesi» e questo suo modo di pensare e di far giocare le sue squadre è passato anche per Cava de’ Tirreni, dove il buon Viciani ha allenato negli anni 1977-1980 e nella stagione del 1984-1985.

foto fonte Internet

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).