ARIANNA FONTANA: “SONO L’ATLETA ITALIANA PIU’ GIOVANE AD AVER VINTO UNA MEDAGLIA OLIMPICA. SUCCESSI E FALLIMENTI ASSICURANO SEMPRE GRANDI EMOZIONI”
Arianna Fontana, è una pattinatrice di short track nonché vincitrice di un argento e di quattro bronzi olimpici ed ha un record non ancora battuto, vale a dire di essere l’atleta italiana più giovane ad aver vinto una medaglia olimpica. Arianna ha concesso al “Bello dello Sport” una breve intervista che vuole mettere in evidenza, non solo la sua bravura di atleta ma, soprattutto, il suo voler essere vicini alle persone che hanno bisogno.
Sei arrivata in nazionale giovanissima, ma a che età ha cominciato ad usare i pattini?
Diciamo che è stata più o meno una questione di opportunità. In un paese piccolo come quello dove sono nata tendi un pochino a seguire quello che fanno gli altri. Io avevo un vicino di casa che praticava questo sport. Sono salita sui pattini quand’ero molto piccola e non mi sono lasciata demotivare dalle prime cadute. Anzi, ogni caduta mi dava la carica per fare meglio, sono molto testarda, e non mi arrendo fino a che una cosa non la faccio bene fino in fondo.
Giovanissima ha vinto una medaglia olimpica risultando la più giovane atleta italiana a vincerla, ma quando ha realizzato questo doppio record che emozioni e cosa è passato per la sua mente?
Ho pensato a quando ero più giovane ed i miei genitori facevano a turno per portarmi a Bormio per gli allenamenti. Era molto pesante, anche per il fatto della scuola, e lo era anche per i miei genitori e mio fratello. Volevo quasi smettere, per togliere questo peso a tutti, ma la mia famiglia mi ha sostenuta e questo pensiero è svanito. Ho pensato che fosse il più bel regalo che gli avessi potuto fare!
Per un’atleta del suo calibro essere considerata dalla stampa solo quando ci sono le olimpiadi è cosa che si può far cambiare nella mentalità del popolo sportivo italiano?
La stagione agonistica dello short track è lunga e faticosa e ci vede protagoniste in numerose gare in giro per il mondo. E’ vero, in Italia l’attenzione su di me si concentra quando gareggio “in casa” o se faccio podio nei super Eventi.
E’ un trattamento comune a tutti gli atleti di discipline di nicchia ed un abitudine dei media in generale che devono gestire notizie ed avvenimenti secondo dinamiche che non rispettano la meritocrazia ma priorità politiche, economiche e di gossip che prendono il sopravvento. Non bisogna prendersela ma saper cogliere il proprio “attimo”
La nostra testata è molto attenta alle dinamiche dello sport giovanile, ma vuole raccontare ai bambini a cosa bisogna rinunciare e quanto impegno occorre per diventare un campione?
Ai bambini vorrei dire che si inizia per gioco e per passione e bisogna saper mantenere vive queste due caratteristiche. Crescendo l’aspetto ludico si trasformerà in impegno e sacrificio alimentati da grande forza di volontà e da quella passione che li ha attratti sin dall’inizio. Il percorso per diventare veri campioni è dettato da un grande equilibrio tra successi e fallimenti: entrambi assicurano grandi emozioni.
Sappiamo che è molto attiva nel sociale, ci può raccontare quale iniziativa le sta più a cuore tra quelle dove ha partecipato e/o organizzato?
Si mi sono voluta mettere in discussione su questo tema mettendomi a disposizione di quelle grandi realtà che operano in situazioni disagiate.
Ho voluto anche creare un mio percorso personale proprio a supporto dei bambini con un progetto Sport nelle Scuole per testimoniare l’importanza dell’attività sportiva come strumento di aggregazione e per sviluppare i valori basilari dello stare insieme.
Valori fondamentali quali lo spirito di gruppo e la solidarietà, nonché la tolleranza e la correttezza delle azioni, principi indispensabili per favorire un arricchimento della nostra esistenza ed un miglioramento del nostro vivere quotidiano.