Igor Zaniolo e l’emozione di un padre per l’esordio del figlio in B: intervista a 360° su Nicolò, gioiellino dell’Entella
Quest’oggi vi proponiamo un’intervista in linea con la linea editoriale che contraddistingue la nostra testata, sensibile a raccontare storie capaci di riconciliare con le emozioni che solo lo sport sa trasferire. Igor Zaniolo, ex calciatore della Salernitana, ha visto il proprio figliolo Nicolò Zaniolo, classe ’99 militante nell’Entella, esordire in serie B. Abbiamo, pertanto, colto il pretesto dell’imminente sfida che la Salernitana dovrà disputare a Chiavari contro la compagine allenata da mister Breda per soffermarci sulla sua emozione vissuta da genitore.
Cosa hai provato nel vedere tuo figlio esordire in serie B?
“E’ stata una grande emozione. Era un traguardo che si era prefisso: noi tutti ci speravamo, alla luce delle qualità tecniche che ha evidenziato nel corso degli anni. Vedere questo obiettivo realizzarsi ci ha riempito il cuore di gioia”.
Quali sono stati gli insegnamenti che gli hai impartito ed i consigli che gli hai dato quando lo hai capito che avrebbe voluto provare a fare lo stesso mestiere del padre?
“Cerco di interferire il meno possibile con quanto fa sul rettangolo verde. Innanzitutto apro il discorso calcistico solo quando è propenso a parlarne ed evito di toccare l’argomento quando è nervoso. Un calciatore, a tutti i livelli ed a qualunque età, sa già di suo quando ha giocato bene o male. Nel mio piccolo, ogni tanto gli do qualche dritta da un punto di vista tecnico, facendogli notare, dal mio punto di vista, dove ha sbagliato, con lo scopo di stimolarlo a migliorare. La mia è sempre una critica costruttiva. Siamo due calciatori diversi: io ero un attaccante di peso, che prediligeva giocare di fisico per premiare il collega di reparto; lui è un trequartista molto tecnico e col vizio del gol, ben sette messi a segno quest’anno (anche la Salernitana ne sa qualcosa, ndr)”.
Raccontaci tutta la carriera di Nicolò finora
“Ha iniziato a giocare proprio a Salerno, presso la scuola calcio Maria Rosa, nel periodo in cui giocavo nella Salernitana. Successivamente mi ha seguito, giocando nelle città delle squadre nelle quali ho giocato, finché venne scoperto dalla Fiorentina, con cui ha disputato sette campionati giovanili, giungendo fino agli Allievi Nazionali. Quest’anno avrebbe dovuto giocare in Primavera coi viola, ma sul finire del mercato il club gigliato mostrò l’intenzione di volerlo cedere in prestito al Carpi o al Cesena. Allora io ed il procuratore riuscimmo ad ottenere lo svincolo, consapevoli dell’interesse dell’Entella, società all’avanguardia per quanto afferisce all’organizzazione del settore giovanile. La società lo ha rivitalizzato e la crescita di Nicolò è stata esponenziale: dopo essere stato ritenuto non idoneo dalla Fiorentina, è partito in punta di piedi, guadagna dosi strada facendo i galloni da titolare, poi le convocazioni con l’Italia under 18 e 19 ed infine l’esordio in B.
Che gara ti aspetti tra Entella e Salernitana?
“L’Entella sta vivendo un gran momento di forma: incassa pochi gol, ha un bomber importante come Caputo ed è una società ambiziosa che spera di andare nei playoff. La Salernitana sta rendendo l di sotto delle aspettative della vigilia: so bene quanto sia difficile giocare a Salerno perché quando non arrivano i risultati la piazza comincia a ribollire. Personalmente ritengo che il campo in sintetico, sul quale molte grandi del campionato sono cadute, possa rappresentare un leggero punto a favore dei liguri”.
Per chi farai il tifo lunedì sera?
“Ho un debole per la Salernitana, ma, qualora mio figlio venisse nuovamente convocato e magari scendesse in campo, propenderei per lui”.
Quali consigli senti di dare a Nicolò per il futuro?
“Allenarsi sempre al massimo, condurre una vita sana, non cullarsi sugli allori: l’esordio tra i professionisti deve costituire un punto di partenza e non un punto di arrivo”.