Boston, maratoneta donna si sente male a pochi metri dal traguardo. La reazione di due atleti divide il web
Lunedì scorso si è tenuta l’edizione 2017 della Maratona di Boston, la più antica al mondo tra quelle annuali dell’età moderna. Nei giorni successivi alla gara ha fatto molto discutere l’episodio che ha coinvolto un’atleta che, arrivata a pochi metri dal traguardo, dopo aver corso per più di 42km, ha avuto un malore che non le consentiva neppure di reggersi in piedi. La donna ha potuto tagliare il traguardo a 3 ore, 35 minuti e 01 secondi, grazie all’aiuto di due atleti “altruisti” che, mettendo da parte il proprio tempo personale e comprendendo la situazione di chi rischia di vanificare la propria gara per pochi metri, la aiutano sorreggendola e addirittura prendendola in braccio, per poi farle compiere con i suoi piedi l’ultimo passo sulla linea d’arrivo.
Alla diffusione delle immagini il web è insorto, dividendosi tra chi ritiene la donna un simbolo di tenacia perché è stata comunque capace di portare a termine il percorso nonostante fosse stremata e chi invece ritiene la sua gara falsata, in quanto una maratona deve essere completata in piena autonomia. Quasi unanimi invece gli apprezzamenti per i due atleti autori del gesto di solidarietà. Secondo alcuni, sarebbe stato meglio se quest’ultimi avessero aiutato la donna ad accostare a lato della strada per essere così prontamente soccorsa, perché, in fondo, la salute viene prima di tutto.
“Dovremmo imparare dallo sport che l’aiuto e fondamentale, il supporto diventa necessario in tante circostanze della nostra vita, complimenti alla donna che ha superato il traguardo è complimenti anche a coloro che gli hanno dato una mano. Viva lo sport viva la VITA”, commenta Michele. “Io qui ci vedo molta sportività da parte dei 2 “soccorritori” e non sono nessuno per giudicare cosa aveva in mente la donna” gli fa eco Marzio. D’altra opinione è Simona: “Beh, questi due signori sono stati encomiabili nel gesto, a loro il mio applauso. La ragazza… mah… di fronte ad un evidente disagio fisico, ci si ferma. Punto. La salute prima di tutto. Di maratone ce ne sono molte altre, da preparare con maggiore cura dei dettagli”. Allo stesso modo la pensa Stefano: “Ritirarsi non è un disonore, ma un segno di rispetto e umiltà”.
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