PAOLO CASTELLI, EX MODENA E MONZA:”PORTIERE SI DIVENTA PER VOCAZIONE”. ECCO PERCHE’
Nei giorni scorsi ha preso il via, nelle aule del Centro Tecnico Federale di Coverciano, un nuovo corso per “Allenatore di portieri di prima squadra e settore giovanile”. Il corso, che terminerà il prossimo 24 maggio, prevede un programma didattico di 80 ore di lezione e si concluderà con un esame finale.
Tra gli allievi ammessi a seguire le lezioni figura anche Paolo Castelli, ex portiere con oltre 300 presenze in Serie B e C con le maglie di Cagliari, Modena, Varese, Como e Monza (solo per citarne alcune), attualmente allenatore dei portieri e vice-allenatore proprio della squadra brianzola, allenata da Mister Zaffaroni, che domenica scorsa ha raggiunto la matematica promozione il Lega Pro, dopo essersi assicurato il primo posto in Serie D, girone B. Paolo Castelli, che abbiamo raggiunto telefonicamente al termine delle lezioni di ieri, ci ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
Come è cambiato il ruolo del portiere rispetto al passato? “Oggi il portiere deve pensare a più cose rispetto al passato. Una volta il portiere si occupava esclusivamente della copertura della porta e dei palloni che arrivavano nella zona dell’area piccola. Oggi invece ha più cose a cui stare attento. Innanzitutto deve giocare con una linea difensiva, ha compiti sia difensivi, ovviamente, ma anche offensivi nel senso che il portiere, nel momento in cui è in possesso della palla ha il compito di impostare l’azione per ripartire. Quindi oggi svolge compiti che prima non erano richiesti. Oggi il gioco è cambiato e di conseguenza anche il ruolo dell’estremo difensore si è dovuto adattare a questi cambiamenti”.
Quanto deve essere preparato mentalmente un portiere? “Il fascino del ruolo è che l’eventuale errore si paga a caro prezzo. A mio avviso il portiere, per il ruolo delicato che ricopre, deve anche essere un “leader”, che non vuol dire che essere una persona che urla, ma deve avere un atteggiamento positivo, magari anche silenzioso. Però deve essere una persona che deve imporsi e farsi ascoltare”.
Come si diventa portiere ? “Io non credo che il portiere si diventi per imposizione altrui. Portiere si diventa per vocazione, perchè è qualcosa che senti. Per altri ruoli è diverso: l’allenatore, per comodità, caratteristiche fisiche oppure per fare qualche esperimento può spostare un difensore centrale ad esterno o viceversa, oppure può modificare il ruolo di un giocatore da difensivo ad offensivo”.
Torniamo all’attualità e al corso di Coverciano. Quali sono le tue aspettative ? “Sto affrontando questo corso principalmente come fattore di crescita perchè aver a che fare con istruttori come Di Palma, Di Iorio e Rapaccioli, che di portieri se ne intendono, significa potermi migliorare e crescere professionalmente. Inoltre il confronto con altri allievi come Squizzi e Bianchi, ma anche con altri ex portieri di Serie B e Lega Pro, permette uno scambio importante che farà solo bene al mio bagaglio professionale”.
Come si svolge il corso ? “E’ un corso che si svolge in aula, ma sono previste anche attività in campo in cui proponiamo delle situazioni di gioco sollecitati dagli istruttori e dagli insegnanti che ci seguono”.
Infine un pensiero per la stagione che si sta per concludere che ha visto il “suo” Monza conquistare, con due giornate di anticipo, la promozione in Lega Pro dopo aver dominato il girone B della Serie D dalla prima giornata di campionato. “A Monza è stata un’annata positiva, abbiamo conquistato la promozione in Lega Pro che era l’obiettivo stagionale. Siamo stati più bravi e più continui di altre squadre che ambivano al salto tra i Professionisti”.
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