SCACCO MATTO ALL’IGNORANZA E AI PREGIUDIZI
In questo breve lasso di tempo di vita del magazine “Il Bello dello Sport” abbiamo raccontato gioie e sofferenze di atleti e di tutti coloro che amano lo sport.
Oggi, però, riscontriamo ancora molti pregiudizi, soprattutto, nei settori giovanili, dove la vittoria di una partita dovrebbe far posto alla crescita psico fisica e sociale di un piccolo atleta.
Anche il saper far accettare chi è diversamente abile è un punto di forza di una società sportiva che lavori nei settori giovanili.
Questa che vi raccontiamo, a modo nostro, non è una storia ma una favola, quella dell’amore verso lo sport e verso la vita di una gruppo, (che per ragioni di privacy non possiamo citare), che hanno portato con se alle finali nazionali giovanili un “atleta” con problemi motori.
Diciamo da sempre che nel mondo dello sport giovanile, soprattutto di squadra, non bisogna raggiungere il risultato a tutti i costi ma lavorare sul singolo elemento per migliorarne i gesti tecnici ma, soprattutto, le qualità umane di aggregazione e del rispetto delle regole e dell’avversario.
Ebbene una prova importante è quella del rispetto della diversità altrui e questa società lo ha fatto egregiamente. Non conosciamo il nome dell’atleta (ma nemmeno ci interessa, non è quello il nostro scopo) per noi è l’atleta, con la A maiuscola. Vederla in campo è bastato per emozionarci e per poter dire che lo sport, se fatto col cuore, può abbattere tutte le barriere sociali e umane. Per quanto ci riguarda la vittoria più grande, quella vera, è da assegnare decisamente a tutti gli atleti, ai loro tecnici e alla società che ha permesso e consentito tutto questo facendo sentire a suo agio anche chi “soffre” e che vive la propria vita “normalmente” lottando contro tutto e tutti pur di essere protagonista in un mondo che, apparentemente, potrebbe essere considerato non suo.
Questa volta però il cuore dello sport ha scritto ancora una pagina di coraggio, amore e amicizia, quelle pagine che noi cerchiamo di scovare e raccontare, perché lo sport deve essere un portatore sano di insegnamenti per migliore la crescita dei piccoli atleti. Perché nella vita bisogna essere tutti campioni, nello sport lo saranno in pochi.