Quando la vita vuole…segnarti, ma tu…pari tutto: la rinascita di Daniel Priami
Forse sognava di diventare un campione, Daniel Priami, livornese, classe 1988, visto che aveva talento e da ragazzino, appena 17enne, giocava già nel Cecina, dove si era trasferito quattro anni prima. Ad inizio di carriera giocava come attaccante, poi decise di fare il portiere, il ruolo più difficile. Durante la partita Cecina-Fortis Juventus, campionato Juniores nazionali, l’episodio che gli cambia la vita. Uno scontro banale, come tanti ne succedono in campo: pallone in area di rigore, Daniel esce per abbrancare la palla in aria, ma l’avversario, con il corpo, gli fa da ponte e l’allora giovanissimo portiere cade pesantemente a terra. “E’ successo nell’ottobre del 2006, durante uno scontro di gioco, sono caduto male sul braccio destro, rompendomi radio e ulna. Dopo varie complicazioni e dopo che i medici non si erano accorti di una ferita aperta, gli stessi decisero di amputare perché il braccio era infetto”, si racconta, così, alla nostra Redazione, l’attuale portiere della Nazionale Italiana Amputati. “E’ stato pesante riprendermi anche da un punto di vista psicologico, oltre per quello che era successo anche perché avevo sempre giocato a calcio ed ero abituato a stare sempre fuori casa”. Dopo quel calvario, che si è concluso anche con la condanna dei medici che avevano curato l’arto ingessandolo non accorgendosi di una cancrena che stava avanzando, Daniel ha avuto la forza di reagire e di prendere a sognare. Come per altre “stampelle azzurre”, l’incontro con la Nazionale Amputati avviene tramite i social network:”Nel 2014, il mio compagno di squadra Salvatore La Manna mi contattò su Facebook chiedendomi di provare il calcio per amputati, dicendomi che in Nazionale cercavano un portiere. All’inizio per me è stato difficile iniziare da capo, dopo 10 anni senza indossare i guanti, ma mi sono fatto coraggio e sono andato a provare durante il ritiro della squadra al centro Coni di Pisa, vicino casa dove non potevo mancare. Il primo raduno l’ho fatto a Vicenza nello stesso anno”. Da quel momento è iniziato la sua avventura con la maglia azzurra, con cui ha partecipato a tornei in Polonia, ottenendo il titolo personale di miglior portiere, ai Mondiali in Messico nel 2014 e l’anno scorso agli Europei in Turchia. Ormai Daniel è parte integrante del gruppo guidato da Mister Vergnani: “Sono quasi cinque anni che stiamo insieme, quando sono in ritiro con loro è come stare a casa. E’ proprio lo spirito e il valore umano del gruppo che mi hanno colpito la prima volta che ho deciso di far parte di questa squadra”. Un gruppo che si va consolidando sempre di più grazie anche ai tanti raduni di preparazione in vista dei prossimi Mondiali di Messico, dove l’Italia sarà in seconda fascia ed è in attesa dei gironi che saranno stilati a fine mese. “Speriamo di arrivare tra le prime quattro, sicuramente migliorare il quinto posto dell’europeo. Sognare non costa nulla. Ci sono altre nazionali più forti che hanno la fortuna di avere anche dei campionati, mentre in Italia ancora non abbiamo un campionato”, continua Daniel, che di recente ha partecipato, insieme ai suoi compagni di nazionale e allo staff tecnico, all’Eaff Junior Training Camp tenutosi presso il Centro di Preparazione Paralimpica del Tre Fontane di Roma: “E’ stata una bella esperienza, che mi ha ripagato di tutto. Vedere quei bambini e ragazzini felici e sorridenti tutti i giorni mi ha ricaricato e mi ha dato nuove energie, davvero emozionante. Loro rappresentano il futuro del calcio amputati”. Giovanissimi ragazzi amputati che vedono in Daniel un loro idolo da seguire, un campione da imitare. E’ proprio il caso di dire: nessuno fermi la forza di un sogno!
Foto inviata da Daniel Priami