GIUSEPPE D’ALESSANDRO, LA FACCIA PULITA DEL CALCIO, APPRODA AL BENEVENTO
Qualche sofista del giornalismo mi dirà che scrivere un editoriale per una notizia non di grido sia come ricevere un diretto da un peso massimo.
Io rispondo: “nella vita ci sono degli esempi da evidenziare e che a volte bisogna farlo dandone la giusta luce”.
Parlo di Giuseppe D’Alessandro, ragazzino timido, serio, sereno e senza telefonino. Un qualcosa che a sentirlo ti verrebbero i brividi, oggi anche all’asilo i piccolissimi hanno il loro smart phone, invece, lui no!
Ma non è solo questo che mi ha colpito.
L’ho visto allenarsi un venerdì sui campetti della periferia di Campagna (Salerno) e quando lo vidi, ero con Emanuele Belardi (ex portiere di Reggina, Udinese, Juventus) gli dissi, ma questo ragazzo ha delle doti incredibili. Elastico, attento, grande coordinazione e senso della posizione. Emanuele, sorrise, non disse molto, solamente: “E’ molto bravo, si!”.
Pensavo che potesse fare il grande salto, soprattutto quando lo vidi giocare come attaccante in una finale di un torneo ad Agropoli (SA). Dopo aver svolto il suo compito, difendendo la sua porta, e vista la penuria di atleti offensivi, mister Selvaggio, gli diede una casacca e lo inserì come esterno di destra. Alla fine il gol del pari lo siglò proprio lui. La gara fu persa ai rigori, ma quello è un dettaglio.
La sua serenità traspariva e si diffondeva da lontano. Non un ragazzo con tanti grilli per la testa. Anzi, quest’anno ho visto il campo dove lui si è allenato ed ha giocato tutta la stagione scorsa. Il “Massajoli” di Eboli. Un campo, una storia da raccontare, ma ancora in terra battuta. Lui non ha battuto ciglio e si allenava, parava e tornava a casa con la sua divisa rossa tutta sporca di polvere e fango. Ne ha mangiata tanta di polvere, soprattutto quando il vento gli facevo lo scherzetto di rimandarla verso di lui, nel mentre, i suoi compagni, al galoppo, come il 7° Cavalleggeri di Custer, prendevano d’assalto la porta avversaria.
Ora, invece, prenderà una strada diversa, tenterà di scalare il mondo del professionismo che, purtroppo, non sarà un percorso semplice e in discesa. E’ stato il Benevento a credere in lui, la squadra sannita è rinomata in Campania per la sua attenzione ai talenti locali.
Da noi giunga un solo augurio: “Cerca di passare le Forche Caudine”, con la speranza di rivederti tra qualche anno tra i pali di una formazione professionistica. In bocca al lupo Giuseppe!