Fabio, un sorriso nel vuoto. Il papà: “Il calcio è della gente”
La sua storia ha strappato un sorriso a tantissimi appassionati di calcio, a quelle persone stanche di sentir parlare di porte chiuse, provvedimenti restrittivi, incidenti e limitazioni. Del resto il sogno di un bambino così piccolo non poteva essere infranto dal comportamento inqualificabile di persone che, con lo sport, non c’entrano proprio nulla, ma che riescono a penalizzare famiglie, giovani, gente comune che ama il calcio e non chiede altro che di seguire la squadra del cuore in giro per l’Italia. Da Fabio e da suo padre, dunque, un messaggio di speranza, di distensione. I fatti sono noti ai più. I drammatici eventi di Inter-Napoli avevano spinto la Questura di Milano e le autorità competenti a chiudere lo stadio Meazza impedendo al pubblico di assistere alla sfida di coppa Italia contro il Benevento. Fabio, a Babbo Natale, aveva chiesto in regalo il biglietto per il settore ospiti e tanta era stata l’amarezza quando i genitori gli avevano comunicato che era impossibile partire per Milano per la decisione insindacabile di giocarla senza spettatori. Il resto lo lasciamo raccontare al papà Daniele intercettato telefonicamente dalla nostra redazione.
Una storia a lieto fine, per fortuna…
“Sì, e la mia speranza è che tanti bambini possano vivere un’emozione del genere. Mio figlio aveva chiesto il biglietto per la partita Inter-Benevento come regalo di Natale, abbiamo fatto di tutto per accontentarlo organizzando la partenza nel migliore dei modi e con sacrifici economici. Purtroppo a Milano è successo di tutto, tragedie che non c’entrano nulla con lo sport. L’amarezza era tanta, non comprendevo la decisione di chiudere le porte dello stadio: perchè il gesto di qualche sconsiderato, per quanto gravissimo, doveva spegnere il sorriso di un bambino? Ho scritto alle autorità, al presidente del CONI: tutti dispiaciuti, ma convinti che non si potesse fare nulla. E’sceso in campo patron Vigorito accreditandoci per la gara, un amico di Milano ci ha permesso anche di dormire in città facilitandoci il rientro a casa. Una gioia immensa, culminata con la possibilità di trascorrere del tempo in sala stampa con i calciatori giallorossi che hanno omaggiato mio figlio Fabio di una maglietta del suo idolo Improta”
Peccato che lo stadio fosse completamente vuoto…
“E’ vero, continuo a dire che non è giusto questo provvedimento. Perchè i tifosi del Benevento, che già avevano organizzato il viaggio e prenotato bus e alberghi, devono restare a casa? C’è un problema di cultura in Italia e bisogna affrontarlo nel modo migliore. Anche i media hanno un ruolo importante e spesso l’approccio a certi argomenti è sbagliato. Il buu di 4 persone rappresenta motivo sufficiente per fare speciali su speciali in tv e titoloni sui giornali, poi in pochi si dedicano alle storie a lieto fine. Stigmatizziamo i comportamenti sbagliati e diamo spazio alle belle notizie, ai racconti positivi, ai messaggi educativi, a tutto ciò che permette alle famiglie e ai giovani di riappropriarsi dei valori della vita e dello sport”
Per Fabio, comunque, un’esperienza bellissima…
“Spero che questa storia sia uno spot per il calcio, sono contento se ne sia parlato a livello nazionale. Voglio ringraziare di cuore il presidente Oreste Vigorito che, leggendo l’accaduto sui social, ha inteso regalarci questa gioia mettendosi completamente a disposizione. Dalla partenza al rientro a casa è stato tutto un susseguirsi di emozioni e di sensazioni uniche, è la magia del calcio”
C’è qualcosa che ha lasciato amaro in bocca?
“Sì, purtroppo. Se da un lato in tantissimi ci hanno scritto per complimentarsi e per salutare con affetto Fabio, dall’altro qualche genitore ha inteso alimentare polemiche reputando ingiusta la scelta del Benevento di favorire mio figlio e non tutti gli altri bambini che tifano per i colori giallorossi. In Italia ci siamo tutti incattiviti, si riesce a trovare il marcio anche dinanzi a storie che rendono onore alla città, alla società che ci rappresenta e ad un ragazzino che, insieme a suo padre, ha fatto sacrifici per essere presente a Milano per amore di Benevento. Al posto di prendersela con Fabio pensassero tutti a battersi per uno sport e per un Paese migliore, in cui le persone perbene vengano rispettate e non penalizzate per gli errori altrui”
Resta, però, l’affetto di tutti i tifosi giallorossi…
“A loro bisogna fare un complimento. L’anno scorso, non appena arrivò la notizia della matematica retrocessione, per 20 minuti riservammo un applauso a tutta la squadra, alla dirigenza, all’allenatore e al nostro presidente. Un comportamento maturo, forse unico in Italia. Ovviamente i giornali hanno snobbato tutto, se invece ci fossero stati fischi e incidenti avremmo letto titoloni a nove colonne. Così non va bene, è arrivata l’ora di educare cittadini e tifosi raccontando le storie belle e non solo le tragedie. Ora ci stiamo preparando per essere presenti anche all’Arechi per il derby di ritorno. Senza accrediti, ma con la possibilità di acquistare il biglietto e godersi lo spettacolo della partita. A settembre è andata bene a noi, ma vinsero entrambe le città. Da brividi l’abbraccio unanime per quel bambino gravemente malato che fece il giro di campo con i genitori. Bellissimo vedere salernitani e beneventani cantare dal primo al novantesimo a prescindere dal risultato. Il calcio è questo e, dopo tante domeniche nere, può ripartire dal sorriso di un bambino come Fabio”