No social, sì calcio. Ad Alfano progetto per i giovani: “Non capiscono i nostri sacrifici”
ALFANO (SA). Un campanello d’allarme che suona, un progetto che prende corpo tra mille difficoltà. Perchè i problemi non vanno individuati, ma risolti. E’ con questo spirito che la società sportiva Alfanese ha deciso di coinvolgere tutti i giovani del territorio cilentano affinché possano ritrovare il piacere di stare insieme, di giocare a calcio e di socializzare allontanandosi dai social e da tutte quelle “tentazioni” che possono portarli su una strada sbagliata in un momento delicatissimo della loro crescita. L’impresa non è semplice e comporta trasferte lunghissime, imponente dispendio economico della proprietà ed enorme pazienza nei confronti di un gruppo valido, ma che ancora non ha ben compreso quanto i più grandi stiano facendo per il territorio e per tutti quanti loro. “E’ vero, i tempi sono profondamente cambiati” ha detto ai nostri taccuini il presidente Sergio Gerardo “quando ero giovane non vedevamo l’ora di finire i compiti per andare in strada a giocare al calcio, oggi è difficile anche raggiungere il numero obbligatorio per scendere in campo e disputare la nostra partita. Come vedete non abbiamo nessun calciatore in panchina, mentre la settimana scorsa non siamo andati ad Amalfi perchè hanno aderito appena nove persone. Eppure noi stiamo facendo di tutto per loro, le spese sono tante e, per chi parte da Alfano, raggiungere Salerno e la sua vasta provincia per le trasferte è complesso. Ci sono tanti ragazzi che, insieme alle loro famiglie, fanno sacrifici, ma spero che tutti possano cogliere questa opportunità e crescere insieme a noi. Questa Juniores può essere il serbatoio per la nostra squadra che milita in prima categoria. Non ha senso pescare giovani in altre piazze se possiamo crescerli in casa nostra“.
Tra i talenti spicca Biagio Villano, dotato di una tecnica fuori dal comune per la sua età (ha 16 anni), già titolare in prima categoria, seguito da diversi addetti ai lavori e autore ieri di una gara da 8 in pagella. A conferma del fatto che l’Alfanese bada più ai comportamenti che all’aspetto tecnico, però, da rimarcare anche un episodio positivo ed educativo. Complice un’esultanza irrisoria nei confronti dell’avversario, a fine gara presidente e allenatore hanno preteso che l’attaccante si scusasse con gli ospiti e anche durante la gara gli è stato detto più volte che “non si fa, stiamo giocando a calcio e questi ragazzi fanno i nostri stessi sacrifici”. “L’educazione è importantissima” ha detto il mister Domenico Romanelli “la cosa che porto dentro sarà il clima di amicizia che si respirava nel post partita. Dalle giovanili deve partire sempre un messaggio positivo che può essere da traino per i più grandi. Insegniamo ai nostri ragazzi che l’avversario va rispettato, che con l’arbitro non si protesta, che si può gioire per un gol senza eccedere nei comportamenti. Il nostro codice è chiaro, ci dobbiamo anzitutto divertire. E’ triste che oggi un giovane passi tempo sui videogiochi o sui social piuttosto che divertirsi con gli amici o giocare a calcio. Noi, tra mille sacrifici, stiamo portando avanti il nostro progetto, ma un aiuto maggiore da parte di tutti ci darebbe maggiore forza. Le trasferte? E’ chiaro che ogni 15 giorni maciniamo centinaia di chilometri, ma il calcio come la vita è sacrificio e queste piccole esperienze sono formative per i nostri tesserati”. Tra gli artefici di questo progetto, infine, merita menzione anche il vicepresidente Leo Palladino che si occupa in particolare della categoria Allievi.