Da Abu Dhabi arrivano le prime medaglie azzurre. Le storie degli atleti
Abu Dhabi, 16 Marzo 2019 – Il valore più prezioso nel mondo Special Olympics va oltre il colore della medaglia vinta e risiede nelle storie di vita che ogni atleta in gara può raccontare.
Tra i 115 Azzurri, per esempio, c’è Davide Raffa, atleta della ginnastica artistica. Ha 25 anni, ma la sua età celebrale si aggira sui 12-13 anni. E’ un ragazzo molto buono, non sa distinguere tra il bene e il male, non percepisce la cattiveria delle persone, in genere nutre molta fiducia nel prossimo e si affida spontaneamente a chi, anche solo a parole, gli dichiara amicizia vera e sincera.
“Ama fare sport e si è cimentato in diverse discipline. Dal nuoto al basket, dal bowling al golf prima di approdare alla ginnastica artistica che sembra essere quella in cui riesce meglio ad esprimersi. Non è stato semplice capire quale fosse lo sport a lui più congeniale” – racconta mamma Carmela dagli spalti – “dal momento che, in generale, ha molta paura di farsi male. Per questo sono stati esclusi a priori gli sport di contatto come il calcio, oppure lo sci. Abbiamo seguito Davide in tutto il suo percorso sportivo, dagli allenamenti fino alle gare. Partecipare agli eventi Special Olympics è bellissimo. E’ un mondo fatto a misura per ogni atleta e le emozioni sono molteplici per noi genitori. A proposito di emozioni, Davide lo abbiamo adottato senza sapere delle sue difficoltà che sono emerse nel tempo. Non ha una disabilità visibile agli occhi, per questo è stato preso spesso di mira dai suoi coetanei a scuola. In 23 anni che conosco Davide, non l’ho mai visto esultare sul podio. Generalmente non ha reazioni eclatanti. E’ visibilmente contento ma non va oltre, si tiene tutto dentro.
Anche quando è arrivata la convocazione ai Giochi Mondiali di Abu Dhabi non ha avuto particolari reazioni. Ci è voluto del tempo per fargli capire l’importanza e la bellezza di una tale opportunità e tutt’ora non siamo certi che ne abbia compreso a pieno la grandezza. Abbiamo percepito in lui un’ansia crescente al punto che, nonostante all’inizio non fosse in programma, abbiamo deciso di seguirlo anche in questa avventura. Così andremo anche noi negli Emirati Arabi, non staremo con lui fisicamente, ma faremo forte il tifo dagli spalti. Crediamo che il sapere della nostra presenza lì sul posto lo possa aiutare ad essere più sereno. Per noi ha già vinto con la sua partecipazione al Mondiale e noi con lui.”
Primo giorno di gare per i 7mila atleti provenienti da 190 Nazioni. In 115 vestono la maglia azzurra rappresentando il nostro Paese all’evento sportivo e umanitario più importante del 2019: I Giochi Mondiali Special Olympics.
La prima medaglia azzurra è di Marina Vettoretto che conquista l’argento nei 100m. dorso. Ha 24 anni, di Coste di Maser (TV), la sua passione per il nuoto è nata con il tempo e da un percorso travagliato: fino all’età di dieci anni, infatti, non riusciva ad immergersi in piscina, poi grazie all’aiuto del suo Team, non solo ha superato le difficoltà, ma non ha più smesso di nuotare. Da quattro anni si allena costantemente a Mestre, presso la Polisportiva Terraglio, team di Special Olympics, dove ha trovato un ambiente straordinario.
Medaglia d’argento anche per il Team di bocce unificato, composto da Mariagiulia Monticelli, Alessia Filippi, Sharon Chembri e Matteo Maggioli, atleti con e senza disabilità intellettive, che hanno unito le loro forze per vincere insieme. Lo sport unificato è lo strumento ideale proposto da Special Olympics per abbattere ogni forma di pregiudizio attraverso lo sport, sentendosi parte integrante di una squadra.
L’EVENTO
Fino al 21 marzo, oltre 7mila atleti provenienti da ogni parte del mondo, sono impegnati in 24 discipline sportive. Gli Azzurri gareggiano nelle seguenti: atletica, badminton, bocce, bowling, calcio a 5 e a 7 unificati, equitazione, ginnastica artistica e ritmica, golf, equitazione, pallacanestro unificata e tradizionale, pallavolo unificata, nuoto, nuoto in acque libere, tennis e tennistavolo. Portano in alto i colori del nostro Paese e sono protagonisti di una grande rivoluzione di prospettiva che, attraverso lo sport, tocca temi fondamentali del nostro tempo come l’accettazione di tutte le diversità e la piena inclusione.
La Cerimonia di Apertura, svoltasi ieri sera,14 marzo, ad Abu Dhabi. si è tradotta in una celebrazione spettacolare e suggestiva, un invito, rivolto al mondo, a guardare ai Giochi come ad un’opportunità per “avvicinare le differenze”.
Partita da Atene lo scorso 1 marzo la fiamma della speranza ha attraversato 10 città degli Emirati Arabi Uniti, scortata dalle forze dell’ordine, lanciando un messaggio di speranza e di inclusione. La stessa fiamma ha acceso ieri sera il tripode proclamando ufficialmente aperti i Giochi Mondiali Special Olympics nell’imponente stadio Zayed Sports City.
Nei giorni precedenti la Delegazione Italiana composta da 157 persone tra atleti e tecnici è stata ospitata a Dubai per l’Host Town: il programma di ospitalità ed accoglienza che mostrando gli angoli più belli della città, si è concretizzato in un caloroso invito a scoprire ed immergersi nella cultura locale.
Tra Abu Dhabi e Dubai per gli Azzurri si sono svolte poi le Divisioning: le gare preliminari necessarie per stabilire il livello di abilità di ciascun atleta, di ogni squadra in campo in modo che possa sempre giocare con avversari di pari o simil livello di abilità. Special Olympics nel mondo vuole che gli atleti, a prescindere dal loro livello di capacità, abbiano sempre l’opportunità di vincere, purché mettano in campo tutto il coraggio e l’autostima maturati durante il loro percorso sportivo e di vita. Gli Azzurri hanno 115 storie da raccontare, storie che cambiano la storia.