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Addio al calcio a 45 anni, l’abbraccio col figlio: “Spazio ai giovani, ma che emozione!”

Al caos totale che sta togliendo ogni credibilità al calcio italiano si sovrappongono storie da brividi che meritano di essere raccontate e che arrivano spesso dai campionati inferiori. Quanto accaduto la scorsa settimana sembra la scena di un film, con un finale a lieto fine e quel “vissero tutti felici e contenti” intriso di retorica. Invece è tutto vero e non poteva immaginare un pomeriggio così toccante per dire addio a quel mondo del calcio che lo ha visto assoluto protagonista per 30 lunghissimi anni. Stiamo parlando di Marcello Sanna, difensore dell’Audax Frutti d’Oro che ha deciso di appendere le scarpette al chiodo al termine di un’altra stagione da assoluto protagonista. Se poi a sostituirti c’è tuo figlio che ti abbraccia in lacrime ringraziandoti per quanto hai saputo insegnare a lui e a tutti i compagni è chiaro che anche una fase emotivamente difficile può trasformarsi in un sogno ad occhi aperti. La redazione del sito Ilbellodellosport lo ha contattato telefonicamente per raccogliere le sue sensazioni: “E’ stata una giornata bellissima, sensazioni uniche che faccio fatica a raccontare perché ho ancora la pelle d’oca. A 45 anni ho deciso di ritirarmi dal mondo del calcio, in un giorno così speciale sognavo che fosse mio figlio diciassettenne ad entrare in campo per sostituirmi ma purtroppo il risultato era ancora in bilico e ho preferito non lasciare da soli i miei compagni che avevano necessità di difendere il successo. Dopo la salvezza, però, tutta la squadra mi ha regalato un’emozione indimenticabile”.

L’intervista si interrompe per qualche secondo, Sanna inizia a piangere per l’emozione parlando della famiglia e del suo lungo percorso. Poi riprende raccontandoci la sua carriera: “Ho disputato 30 campionati tra prima, seconda e terza categoria. Potevo anche puntare più in alto, ma ho preferito restare al fianco della mia famiglia e divertirmi senza pensare troppo oltre. A 16 anni ho esordito in seconda categoria passando dagli Allievi alla prima squadra, c’era bisogno di me e non mi sono tirato indietro. Ci chiamavamo Villaggio 88, poi ho avuto altre esperienze e ho sfiorato spesso la Promozione. Purtroppo ho avuto un infortunio molto grave alla caviglia, i medici dissero che c’erano poche speranze e che la carriera era a rischio. Avevo 30 anni e nessuna voglia di fermarmi anzitempo e in quel modo dopo tanti sacrifici: i fatti mi hanno dato ragione, esorto i giovani a non mollare mai anche quando sembra che il destino abbia posto ostacoli insormontabili. Ho chiuso qui all’Audax, un quadriennio indimenticabile”

Fisicamente è ancora al top, ma Sanna spiega cosa lo abbia spinto a lasciare il calcio: “Mi capitava di osservare i panchinari dal terreno di gioco, erano spesso ragazzi. Io dico “largo ai giovani”, sono loro il futuro dello sport e della società. Quest’anno ho saltato soltanto due partite: una per influenza, un’altra per squalifica. In teoria avrei anche potuto continuare, ma non volevo togliere spazio a chi ha bisogno di giocare per crescere. Consigli a mio figlio? Di allenarsi sempre al massimo, giorno dopo giorno, con la voglia di migliorarsi a prescindere dal minutaggio e dalle scelte dell’allenatore. Sudore, sacrificio, attaccamento alla maglia, rispetto del mister e dei compagni: tutto il resto viene in secondo piano”.

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