“Nel gioco mi sento uguale agli altri”. La storia della campionessa mondiale di Beach Tennis
“Si, tutti i miei titoli appartengono alla Federazione italiana tennis, beach tennis e paddle degli udenti. Perché io, appunto, ho sempre giocato con i normodotati. Forse è questa la mia qualità (ride!). Comunque faccio anche i campionati nazionali dei sordi e sono istruttrice di Beach Tennis e Paddle nella palestra Energym Sport Center di Civitanova Marche. Mi preparo per prendere il secondo livello di beach tennis”.
E’ la campionessa mondiale di beach tennis Cristina Abrami che si racconta al Bello dello Sport.
Negli ultimi giorni ha partecipato, come ospite d’onore, al Champions’ Camp organizzato dalla Gss Reggio Emilia dove si prova a far convivere ragazzi normo dotati con i sordi. Un modo di far integrare i ragazzi attraverso lo sport. La sua esperienza la racconta così: “Ho consigliato di non mollare mai e seguire sempre i propri sogni anche se la strada a volte va in salita. Questa esperienza mi ha trasmesso tantissimo ed è stata una bellissima opportunità che spero di sperimentare ancora”.
Lei, sorda, ma che vince nel mondo dei normodotati
Inoltre ha voluto raccontare la sua storia di sorda che vince nel mondo degli udenti: “Sicuramente il mio percorso è stato più difficile che per un udente: basta solo pensare che a volte mi perdo qualcosa di prezioso nella comprensione di quello che mi dice il mio allenatore. A volte per la distanza è difficile leggere il labiale. Sicuramente da bambina tutto questo mi è stato più difficile. Ora, come dire, con l’esperienza vado anche molto d’istinto oppure ad intuito. Tuttavia penso che forse ho un piccolo talento innato che mi ha aiutato quando mi trovavo in difficoltà. Oggi non sento più la differenza anzi è proprio nel campo da gioco che mi sento di più uguale agli altri”.
Sul podio mondiale
Ripercorriamo a ritroso la sua vita sportiva e il suo incontro col Beach Tennis: “Intorno ai quindici anni ho conosciuto il beach tennis così ho lasciato il tennis, però ora sono un paio di anni che ho ripreso alla grande e senza interruzione. Ho iniziato a giocare a beach perché questo sport mi avevo molto incuriosito. Mi sono molto allenata e ho fatto un bel percorso che l’anno scorso mi ha portato a vincere il titolo di vicecampionessa mondiale nel doppio misto con il bravissimo Andrea Banci. L’emozione è stata grande per tanti aspetti: la finale si giocava nel campo centrale, illuminato a giorno. Noi venivamo ripresi su un grande schermo per permettere a tutti gli spettatori di seguire al meglio la partita. C’erano giudici arbitri e giudici di linea più il commento in diretta. Io non ero abituata a tutto questo: appena sono entrata in campo ricordo che mi scoppiava il cuore. Però ero molto carica e in piena forma fisica, se fossi stata capace di contenere un po’ di più l’emozione, penso che la partita poteva prendere un’altra piega. Comunque gli avversari erano davvero forti”.
La scoperta del suo talento
“I miei genitori mi hanno avviato a questo sport perché si erano accorti che avevo predisposizione per la racchetta. Quando il mio maestro di tennis mi ha vista ha capito che i miei avevano “visto giusto” e così ho iniziato a giocare a tennis”.