Apnea: Alessia Zecchini, la ‘regina degli abissi’, si racconta
Come si può scendere sott’acqua, fino a 113 metri di profondità, con un solo respiro? Lo sa bene Alessia Zecchini, romana classe 1992, la più forte apneista vivente, che nei giorni scorsi, a Roatan (Honduras), ha stabilito il nuovo record mondiale di apnea subacquea in assetto costante in monopinna (ex aequo con l’amica-rivale slovena Alenka Artinik). Occhi blu come il mare e un sorriso smagliante e contagioso, la ‘regina degli abissi’ si concede ai nostri microfoni di ritorno dalla spedizione mondiale in Honduras. Uno sport, l’apnea, in cui ha praticamente vinto tutto e battuto ogni record: “Dal 2013 ad oggi ho collezionato 16 ori mondiali, tantissime medaglie d’argento e di bronzo ma anche tanti record del mondo. Sono contentissima di come sta andando la mia carriera perché c’ho creduto. Voglio continuare a divertirmi e migliorarmi sempre di più”, esordisce Alessia, che si è avvicinata all’apnea da giovanissima: “Ho iniziato a fare apnea all’età di 13 anni, prima di allora frequentavo corsi di nuoto. Ho capito che l’apnea poteva essere il mio mondo quando, verso i 10/11 anni, dovendo conseguire un brevetto, era previsto anche un tratto in apnea di 25 metri. E quando l’ho provato per la prima volta mi sono subito appassionata all’immersione. Non mi piaceva stare in piscina, ma adoravo andare sott’acqua e trattenere il respiro. Quindi ho fatto il mio primo corso, non ho mai saltato una lezione, e anche quando andavo in vacanza al mare con i miei genitori il mio primo pensiero era quello di immergermi sott’acqua. Questo mi ha aiutato ad accrescere in me la consapevolezza e la voglia di scendere sempre più giù, in profondità nel mare”.
Inizia a fare agonismo a 18 anni, perché le regole allora vigenti non consentivano agli juniores di gareggiare. Al primo campionato italiano vince subito due medaglie d’argento. Così arriva anche la convocazione in nazionale per il Mondiale ma rinuncia perché in quell’anno sostiene l’esame di maturità. Nel 2013 partecipa al suo primo Mondiale e da quel momento vince medaglie in ogni gara. Un palmares incredibile quello di Alessia, che ci svela i segreti del suo successo. Tanto allenamento, sia fisico che mentale, “mi alleno due volte al giorno, in palestra e in piscina. Faccio esercizi per la compensazione delle orecchie, meditazione e training autogeno”, ma anche una sana alimentazione: “Sicuramente la dieta mediterranea è l’alimentazione migliore che possa fare uno sportivo, mi fa sentire bene. La nazionale italiana è famosa nel mondo perché porta in giro sempre parmigiano, olio, prosciutto, ecc. Sono le cose più buone e più basiche che ti permettono di avere un’alimentazione sana. Quindi mangiare sano e ‘pulito’ e noi italiani, in questo, siamo dei veri maestri”.
Ma come si sente a scendere a certe profondità, quali emozioni si provano? “Innanzitutto è una gioia immensa poter stare in acqua, la possa considerare come un mio elemento. Probabilmente trascorro più tempo in acqua che sulla terra, mi dà una sensazione di pace, di confort. Quando scendo in profondità sono concentratissima e il mio obiettivo è riuscire a godermi il tuffo in tutti i suoi momenti. Ogni volta che scendo in acqua affronto l’immersione senza paura o ansia, ma solo con quella di godermi quell’istante, quel tuffo e cercarlo di poterlo fare nel migliore dei modi”.
L’apnea insegna a conoscersi, ad ascoltarsi e a gestire le proprie emozioni, ma ti spinge sempre ad andare oltre, sempre più giù. Ed è quello che è successo nelle acque honduregne, dove c’è stata una gara nella gara tra Alessia Zecchini e l’amica-rivale Alenka Artinik: “E’ stato fantastico, non me l’aspettavo assolutamente. Io ed Alenka ci siamo spronate a vicenda. In allenamento primo io ho toccato i 108m, poi lei i 109m, poi ancora io i 110m. E cosi in gara lei si è spinta fino a 111m ed io invece sono arrivata fino al record di 112. La cosa più bella di questi giorni è stata quella di toccare entrambe i 113m, è stato un continuare ad osare, facendo tuffi bellissimi, una conclusione perfetta di questa gara che è prima di essere una sfida con gli altri, è una sfida con te stesso”.
Non ha un vero e proprio staff, solo un allenatore che la segue da quando aveva 17 anni: “L’apnea è uno sport in cui devi gestirti molto, perciò da un punto di vista medico e alimentare devi riuscire ad avere un buon autocontrollo. Non avere uno staff a disposizione da una parte è positivo perché ti permette di conoscerti meglio e non affidarti ad altri, ma ti aiuta ad essere sempre più indipendente”.
Infine sottolinea: “Uno sport che ti aiuta a crescere tanto e lo consiglio a tutti, non solo come attività agonistica ma anche come scoperta del mondo subacqueo, un mondo fantastico. Tutti dovrebbero prendere una mascherina e un paio di pinne per godere delle meraviglie che ci sono sott’acqua, goderci la natura. Basta davvero poco per essere felici”.
Alessia Zecchini è già pronta per nuove sfide, a trattenere il respiro e a scendere nelle profondità marine a caccia di nuovi record ma anche di nuove emozioni, come lei stessa ci racconta con la sua brillante voce: “In quel mondo subacqueo mi sento in pace con me stessa, non esiste gravità. C’è un silenzio assoluto e mi sento di volare”.