Home / ALTRI SPORT  / Il Papa in Mozambico parla ai giovani di due grandi sportivi del passato

Il Papa in Mozambico parla ai giovani di due grandi sportivi del passato

All’interno del Pavillon Maxaquene, lo stadio del Maxaca, società polisportiva (pallacanestro, calcio e pallamano) di Maputo, ieri si è tenuto l’incontro interreligioso del Pontefice con i giovani del Mozambico. Durante il suo discorso, Papa Francesco si è soffermato sulla perseveranza e sui sogni: “Mi piacerebbe dirvi: non lasciate che vi rubino la gioia. Non smettete di cantare e di esprimervi secondo tutto il bene che avete imparato dalle vostre tradizioni. Che non vi rubino la gioia!”, prestando attenzione a due atteggiamenti che uccidono i sogni e la speranza: “la rassegnazione e l’ansia sono grandi nemiche della vita, perché di solito ci spingono su un percorso facile ma di sconfitta“. Ed ecco perché Papa Francesco porta all’attenzione dei giovani mozambicani due campioni dello sport nati proprio nel paese africano e poi diventati fuoriclasse a livello mondiale, il calciatore Eusebio e la mezzofondista Mutola: “So che alla maggior parte di voi piace molto il calcio. Ricordo un grande giocatore di queste terre che ha imparato a non rassegnarsi: Eusebio da Silva, la “pantera nera. Iniziò la sua vita sportiva nella squadra di questa città. Le gravi difficoltà economiche della sua famiglia e la morte prematura di suo padre non impedirono i suoi sogni; la sua passione per il calcio lo ha fatto perseverare, sognare e andare avanti… arrivando a segnare 77 reti per questo club di Maxaquene! Non mancavano i motivi per rassegnarsi. Il suo sogno e la sua voglia di giocare lo hanno spinto avanti, ma è stato altrettanto importante trovare con chi giocare. Sapete bene che, in una squadra, non sono tutti uguali, non fanno tutti le stesse cose né pensano tutti allo stesso modo. Ogni giocatore ha le sue caratteristiche, come possiamo scoprire e godere in questo incontro: veniamo da tradizioni diverse e possiamo persino parlare lingue diverse, ma questo non ci ha impedito di incontrarci. Già molto si è sofferto e si continua a soffrire, perché alcuni si credono in diritto di decidere chi può “giocare” e chi invece deve restare “fuori dal campo”, alcuni che passano la vita a creare divisione e contrapposizione. Oggi voi, cari amici, siete un esempio e una testimonianza di come dobbiamo agire. Tu mi hai chiesto: come impegnarsi per il Paese? Proprio come state facendo ora, restando uniti, aldilà di qualsiasi cosa vi possa differenziare, cercando sempre l’opportunità per realizzare i sogni di un Paese migliore, ma insieme”.

Poi, portando un altro esempio di tenacia, parla di Maria Mutola, medaglia d’oro solo al quarto tentativo alle Olimpiadi di Sydney: “Avete davanti agli occhi la bella testimonianza offerta da Maria Mutola, che ha imparato a perseverare, a continuare a provare, nonostante restasse incompiuto il suo desiderio di ottenere la medaglia d’oro nei primi tre Giochi Olimpici a cui ha partecipato; successivamente, al quarto tentativo, questa atleta degli 800 metri ha ottenuto la sua medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sydney. L’ansia non l’ha portata a chiudersi in sé stessa; i suoi nove titoli mondiali non le hanno fatto dimenticare il suo popolo, le sue radici, ma ha continuato a prendersi cura dei bambini bisognosi del Mozambico. Come lo sport ci insegna a perseverare nei nostri sogni!”.

Fonte foto Web

mesposito_it@yahoo.it

Il miglior modo per predire il futuro è crearlo!