Un nuovo regolamento – condiviso – a livello internazionale, per chi pratica il ju jitsu, in particolare le forme agonistiche di questa arte marziale giapponese: di questo si è discusso e su questo si è lavorato, lo scorso 29 settembre, in occasione dello stage “Arti marziali: sport e salute”.
IL JU JITSU – È sicuramente la più antica arte marziale giapponese, forse – ma questo è un mistero – la più antica in assoluto. Letteralmente “arte della cedevolezza”, è un sistema difensivo coniato in Giappone in tempi remoti per i tempi remoti: colpi, percosse, prese, leve, rotture e strangolamenti sono parte del bagaglio tecnico di questo sistema difensivo, che prevede anche l’utilizzo di armi. Come tutte le arti marziali, tuttavia, è un sistema di difesa e non di attacco. Ovviamente, la sua parte agonistica – anzi, le sue parti agonistiche – sono molto “edulcorate” rispetto all’arte marziale pura.
LO SPORT JU JITSU – Nell’ambito della due giorni Borgosalus tenutasi tra Sant’Arpino e Succivo, organizzata da Francesca Dattilo (responsabile US ACLI provinciale Caserta) maestri e praticanti del ju jitsu provenienti da diverse località si sono allenati insieme al maestro Tomasz Guja, proveniente dalla Polonia, responsabile della World Sport Ju Jitsu Organization (WSJO, che in Italia ha la sua corrispondente ISJO), ideatore di un regolamento per lo Sport ju jitsu, forma agonistica del ju jitsu, a livello internazionale.
IN ITALIA – L’Italia non è da meno: nel nostro paese sono due, fondamentalmente, le forme agonistiche più diffuse del ju jitsu. La prima si chiama fighting system ed è un mix di judo e karate, con colpi non affondati; la seconda (non per importanza, ma per diffusione) si chiama kick jitsu ed è un mix di judo e kick boxing, con la possibilità di affondare i colpi maggiormente rispetto al fighting system. Per fare un esempio, nel fighting non è possibile utilizzare i pugni diretti, nella kick jitsu sì. Due regolamenti, due forme di combattimento ovviamente inconciliabili tra di loro.
UN REGOLAMENTO CONDIVISO – A livello internazionale, sinora, il fighting system ha avuto e ha un regolamento condiviso, mentre la kick jitsu no. Proprio di questo, appunto, si è discusso in occasione dello stage con il maestro Tomasz Guja. Il sensei polacco, alla presenza di numerosi maestri italiani di ju jitsu, ha illustrato il regolamento – con dimostrazioni ovviamente pratiche – utilizzato da diversi anni dalla WSJO. Un regolamento molto simile a quello della kick jitsu in uso in Italia.
I MAESTRI PRESENTI – Oltre ai numerosi allievi di ogni età e grado, erano presenti allo stage i maestri Pasquale Stanzione, Antonio Pitocchelli, Francesco Pariselli, Antonio Carleo, Francesco Barberi, Francesco Malvano, Raffaele Funaro, Pasquale De Stefano, Michele Mennillo, Vincenzo Della Corte, Antonio Angelino, Gianfranco Savino, Maddalena Mennillo.
VERSO UN REGOLAMENTO UNIFICATO? – I regolamenti sono molto simili, ma restano ovviamente delle differenze – relative a colpi e tecniche – sulle quali si deve lavorare. È presto per dire che un giorno ci sarà un regolamento unificato, tuttavia l’occasione è importante: potrebbe permettere a tanti atleti, italiani e non solo, di accedere a competizioni internazionali con appunto regole condivise, ampliando i loro orizzonti e le loro esperienze di sportivi.