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Michael Salis: “Il fair play è doveroso per un calcio migliore”

“Nonostante il passato in categorie più prestigiose, il campionato di prima categoria noi come squadra lo affrontiamo con enorme serenità, impegno e determinazione. Con i miei compagni il rapporto è fantastico: ogni volta che vi è occasione ci ritroviamo a cena con società e staff per festeggiare, ad esempio, il compleanno di qualcuno. Andare al campo per allenarsi, dopo una giornata di lavoro, è un modo salutare ed efficiente per mettersi alle spalle la difficoltà della giornata lavorativa. Noi non approcciamo allo sport per creare screzi o per essere maleducati”. Con queste parole, Michael Salis attaccante in forza alla Virtus Sangiustino, si è espresso sulla sua realtà calcistica di riferimento. Attaccante esterno di ruolo, si è di recente messo in luce non per una rete ma grazie a un bellissimo gesto di fair play: “Giocavamo contro la capolista del nostro girone (prima categoria umbra ndr), quando al decimo minuto del primo tempo un mio compagno ha verticalizzato verso di me. A un certo punto, ho notato che il difensore avversario è stato superato dal pallone e mi sono trovato libero da marcatura in area di rigore. Girandomi però mi sono accorto che Cecchetti aveva mancano l’intervento per via di un infortunio muscolare, a quel punto ho subito deciso di non segnare la rete ma di buttare il pallone fuori. Appurato il mio gesto tutti i presenti hanno applaudito al mio gesto: pubblico, arbitro e avversati inclusi. Per quanto mi riguarda il fair play è fondamentale per migliorare e allevare i corretti valori per un calcio più pulito e onesto”. Sulla gara in questione: “Siamo una squadra allestita per tentare la conquista della promozione il prima possibile. Attualmente, dopo la vittoria di domenica scorsa, siamo al terzo posto in classifica a quattro punti dal Pierantonio. A risolvere la partita sono stato io a tre minuti dalla fine con il gol del definitivo due a uno”. Michael si è tolto soddisfazioni importanti in carriera, e per amore del calcio non è stato un problema mettersi in discussione in categorie meno importanti per dar più spazio alle esigenze lavorative: “Mio padre mi ricorda sempre, nonostante siano passati tanti anni, che sin dalla tenera età di quattro anni passavo le giornate in compagnia di un pallone. Durante la mia carriera mi sto togliendo belle soddisfazioni, ho debuttato in serie D a ben 17 anni dopo solo 5-6 presenze in juniores ma con un campionato di allievi nel Trestina disputato a ottimi livelli”. Giocare in serie D è stata una emozione fantastica e non potrò mai dimenticare la trasferta di Siena: “Ci siamo salvati per diverse stagioni, e nonostante una dolorosa retrocessione siamo tornati subito in categoria vincendo il campionato di eccellenza. Mi sono sentito un calciatore vero perché, per esempio, quando giocavamo in Sardegna partivamo con l’aereo il sabato e avevamo il pernotto in zona prima della gara. Una gara che ricordo con enorme emozione è quella del Franchi di Siena, perché stadio e società hanno visto la serie A a ottimi livelli nonostante un doloroso fallimento. Nel tunnel degli spogliatoi vi erano appese le foto di calciatori fortissimi e dopo la gara siamo rimasti ospiti a mangiare nel loro ristorante all’interno dell’impianti sportivo”.

mautonegiuseppe1998@gmail.com