Alessio D’Ettorre, un ‘gancio’ alla leucemia: “Così ho sconfitto la malattia”
“Racconto la mia storia grazie a quanto mi ha riferito mia mamma, ho vaghi ricordi di quel periodo e della malattia. Su suggerimento del mio allenatore, ho deciso di rendere pubblica la mia storia perchè sia da stimolo ad altri che si trovano in una situazione di difficoltà. La malattia non è la fine, ma, una volta superata, può rappresentare un trampolino che ti permette di fare un salto più avanti, ti dà una marcia in più”. A parlare ai nostri microfoni è Alessio D’Ettorre, 26enne di Chieti, che da poche settimane si è laureato campione regionale di pugilato, categoria Elite, 75 kg, che gli consentirà di prendere parte agli Assoluti di Roma.
Grazie al racconto olografo di mamma Morena (nella foto), Alessio ripercorre quei giorni di cui ha solo vaghi ricordi, sensazioni ed emozioni che oggi lo rendono più forte: “Mia mamma non è molto tecnologica. Allora ha preso carta e penna e si è messa scrivere tutto quello che ricordava. E leggendo la lettera mi sono commosso. Alcune cose non le ricordavo e non le sapevo. Ad esempio il soprannome che mi davano i medici: treno, perchè andavo sempre forte”.
La scoperta della malattia. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio del calvario. Siamo nel 2000, ad appena sette anni gli viene diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta (un tumore del sangue): “Ho scoperto la malattia a seguito di un mal di pancia, qualcuno diceva che si trattava di appendicite, altri invece credevamo che si trattasse di capricci di bambino. Nel momento in cui mi hanno chiesto di andare in ospedale, mentre qualsiasi altro bambino si sarebbe rifiutato, io invece non ho esitato perchè ero piegato in due dal dolore”. Così viene prima ricoverato all’ospedale di Chieti e subito dopo trasferito al centro ematologico di Pescara, dove inizia la chemioterapia e le cure: “Ricordo volentieri che all’interno dell’Ospedale c’erano delle aule in cui potevo studiare grazie alle maestre che mi aiutavano a fare i compiti. Appena uscito dall’ospedale, le maestre della scuola elementare che frequentavo a Chieti venivano a casa per spiegarmi le lezioni. E questo mi ha permesso di non perdere neanche un anno scolastico. Invece ricordo a malincuore le punture che mi distruggevano fisicamente perchè erano davvero dolorose. A distanza di tempo, ancora oggi, associo un pò di ansia che mi caratterizza a quelle punture. Addirittura nel punto preciso in cui mi venivamo praticate le punture sono molto sensibile, mi hanno proprio segnato”.
La malattia è sconfitta! Dopo il ciclo di chemioterapia, cure e controlli durati circa un anno, finalmente Alessio è sulla strada della guarigione. Inizia a praticare basket ma “in realtà non ero un tipo molto atletico perchè ero un pò cicciottello a causa delle cure. Diciamo che ero fuori forma”. Si avvicina al pugilato, relativamente in tarda età, in concomitanza con l’inizio degli studi universitari. Avviene tutto per caso: “Mi allenavo con i pesi a livello amatoriale, mi sono iscritto ad un corso di pugilato, ma senza alcuna velleità. Da lì la passione verso questo sport è cresciuta sempre di più. Così mi sono iscritto nella palestra più importante di Chieti e da quel momento ho iniziato ad allenarmi ad un certo livello e a fare i primi combattimenti. Piano piano sono migliorato tant’è che sia l’anno scorso che quest’anno mi sono qualificato per i campionati regionali”.
La vita è un ring. Grazie al pugilato Alessio riesce a limare alcuni aspetti caratteriali: “Mi piace associare il pugilato, uno sport che viene visto come cruento, al fatto che chiunque sconfigga una malattia può vivere una vita normalissima. Anzi il pugilato mi ha aiutato molto a superare la mia ansia e a superare le difficoltà che si possono incontrare sul ring della vita”.
Lo sguardo verso il futuro. Alessio ora ha tanti progetti per l’avvenire, sia in ambito universitario che sportivo: “Ho conseguito la Laurea Triennale in Scienze Motorie a Chieti ed ora sono iscritto alla Magistrale. Insegno pugilato all’interno della palestra in cui mi alleno e ho anche un piccolo studio dove faccio lezioni private”.
E alla domanda “Il tuo pezzo forte nel pugilato? Il gancio destro o sinistro?“, Alessio, sorridendo, ci risponde: “Il cervello, la strategia, ma anche la passione e la voglia di superare ogni ostacolo”.