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Federica Brignone: “Spero di aver portato un sorriso all’Italia”

Spero di aver portato un sorriso all’Italia”. In una frase, l’unica pronunciata nella fredda e lontana Are, c’è tutta la grandezza di una campionessa, la prima italiana a vincere la Coppa del Mondo assoluta di sci. Prima di lei c’erano riusciti soltanto uomini: Thoeni, Gros, Tomba. Campioni diventati leggenda azzurra. Lei è Federica Brignone, è la figlia di Ninna Quario, ex slalomista della valanga rosa degli anni ’80: bravissima nel superare i paletti – non in senso figurato – dello slalom gigante
e speciale, meravigliosamente e testardamente consapevole che per afferrare il sogno di una vita avrebbe dovuto completarsi cimentandosi anche in quelle specialità (super-g e discesa libera) che non erano proprio sue. Sapeva che avrebbe dovuto chiudere gli occhi, trattenere il respiro (gli sciatori capiranno) e buttarsi
giù, lungo la discesa. Da prendere in velocità, senza paura. Perché soltanto scendendo, sarebbe potuta salire lì, sul podio più alto.
Lo ha fatto. Sfruttando anche le pieghe del destino, certo. Perché Mikaela Shiffrin s’è fermata da quando ha perso il papà,
perché le ultime gare di Coppa del Mondo sono state annullate. Ma Federica avrebbe vinto lo stesso. Ha vinto lo stesso. Ha
vinto perché ha dato ascolto al sogno della vita. Ha vinto perché ogni giorno ha creduto in quello che faceva. Ad Are non ha
potuto alzare la Coppa, e non si sa quando potrà materialmente farlo. Ma questo è solo un dettaglio. Vince l’esempio. Sobrio, serio. Semplice. Come un sorriso.

P. S. Scrivo solo perché qualcosa dovrò pur fare.

di Michele Spiezia

fonte foto: Facebook

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).