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IL MAGAZZINIERE DE SANTO RACCONTA LA SUA PASSIONE PER IL LAVORO E PER I GRANATA

Il successo di una squadra di calcio non dipende solo da gol in rovesciate, prodezze dei portieri o schemi di gioco. Dietro le quinte c’è un lavoro silenzioso fatto di passione, di organizzazione, di serietà. E’ il ruolo del magazziniere, essenziale per il buon funzionamento di una squadra, anche se poco pubblicizzato. Il magazziniere non si occupa solo della lavanderia, di gonfiare i palloni o preparare le borse e le magliette per la partita. Molto spesso diventa un amico di tutti, soprattutto di giocatori.

Il Bello dello Sport ha contattato Alfonso De Santo, storico magazziniere della Salernitana negli ottanta e negli anni novanta, attualmente al Sassuolo di Eusebio Di Francesco, che ha rilasciato queste dichiarazioni.

Innanzitutto l’importanza del ruolo del magazziniere in una società di calcio. “Il ruolo del magazziniere è il veicolo portante di una squadra a livello professionistico, anche se lavora dietro le quinte. Da quest’anno il lavoro è aumentato considerato che il Sassuolo partecipa a due competizioni importanti, come il campionato di Serie A e l’Europa League. Avendo la passione per un’attività che esercito da più di trenta anni, i risultati sono sempre positivi

L’esperienza al Sassuolo, una squadra che è arrivata in alto partendo da lontano. “Sono arrivato al Sassuolo nel 2003 proprio quando il Presidente aveva rilevato la società e da allora ha iniziato ad inanellare una serie di grandi risultati che hanno portato il club ai vertici del calcio italiano. E’ una società seria, che vuole puntare sempre in alto con un presidente che è davvero una persona eccezionale”.

Il rapporto con i giocatori. “E’ stato sempre un rapporto ottimo, soprattutto dal punto di vista umano. Avendo un carattere solare cerco di avere sempre una parola per tutti i ragazzi, magari anche per quelli che non giocano, che vanno in tribuna. Sono sempre disponibile con tutti, cercando di capire anche situazioni personali. Quando sono arrivato al Sassuolo mi hanno accolto così bene che sembrava di essere qui da una vita“.

Un salto indietro nel tempo, i ricordi delle annate alla Salernitana. “Sono cresciuto nel vecchio stadio Vestuti, dove lavorava il mio compianto zio. Io andavo a scuola, studiavo al Tecnico Industriale, poi una disgrazia portò via mio zio, e l’allora presidente Peppino Soglia fu la persona che poi mi ha assunto. Praticamente a 19 anni ero magazziniere titolare della prima squadra, era l’anno 1980 e l’allenatore era Antonio Giammarinaro. Poi subentrò anche mio fratello Vincenzo, scomparso lo scorso anno, con cui ho diviso tutte le promozioni e le retrocessioni della Salernitana, gioie e dolori, e ho diviso tutti i successi con lui”.

Il ricordo di una persona indimenticabile dagli sportivi salernitani e non solo, Agostino Di Bartolomei. “Agostino era speciale, una persona unica. Ricordo il primo anno che era da noi. Il Presidente Peppino Soglia ci fece andare a casa sua a San Marco di Castellabate, per consegnargli una torta, visto che era il suo compleanno. E lì che toccai con mano la bontà e l’umanità di quella persona. Stava già programmando la carriera successiva, magari come dirigente della Roma. Poi determinate circostanze lo hanno portato a commettere quel gesto“.

Il rapporto con Salerno e un dolce ricordo del fratello scomparso. “Ogni tanto tanto torno a Salerno, non più come prima quando tornavo per mio fratello. Gli sono stato sempre vicino durante la sua malattia, ho cercato di non fargli mancare nulla. Ho anche provato a farlo venire qui a Sassuolo perchè mi sarebbe piaciuto ripetere con lui l’esperienza ai tempi della Salernitana, ricostituendo di nuovo la coppia di magazzinieri che tanto aveva fatto bene in questi anni”.

Un pensiero per la Salernitana. “Seguo la Salernitana, è una squadra che porto nel cuore. Io sono molto legato all’ultima Salernitana, quella di Aliberti. Dopo poi ci sono stati diversi alti e bassi, diversi cambi di proprietà. La piazza merita minimo la serie A e poi vedendo quella curva ogni volta mi vengono i brividi e mi emoziono. Ricordo che il Sassuolo ha vinto la supercoppa di Serie C all’Arechi. Era la finale della Supercoppa di Serie C, anno 2008. Il Sassuolo era allenato da Allegri e finì ai rigori. Io non sapevo se gioire o essere dispiaciuto”.

Al Sassuolo si sente a casa, considerata la presenza di tanti ex granata. “A Sassuolo ora ci sono Totò De Vitis, come osservatore, Fabrizio Lorieri come allenatore dei portieri, Francesco Palmieri, come responsabile del settore giovanile. Ogni tanto tutti e quattro ci troviamo a parlare di Salernitana ed è come sentirsi a casa. Di Totò De Vitis ricordo il suo esordio al Vestuti nel 1985 contro il Casarano: una botta di sinistro sotto l’incontro dei pali e corsa sotto la curva sud. Che bei tempi!”.

De Vitis, Palmieri, De Santo, Lorieri...il quartetto di ex granata

De Vitis, Palmieri, De Santo, Lorieri…il quartetto di ex granata

Fonte foto: profilo Facebook di Alfonso De Santo

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