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Al ‘Festival delle Lettere’ di Milano sport ed emozioni protagonisti a teatro

MILANO – C’era una volta la lettera e invece c’è ancora, dando un’occhiata ai numeri del ‘Festival delle lettere’, giunto alla sua 14a edizione, in corso di svolgimento in questi giorni presso il Teatro Filodrammatici di Milano. La kermesse nasce nel 2004 dall’idea di un ristretto gruppo di amici che, colpiti dall’uso frenetico dei nuovi mezzi di comunicazione da parte dei giovani, hanno deciso di portare in scena la vecchia lettera scritta a mano. Nelle passate edizioni sono state ben 24mila le lettere scritte rigorosamente a mano, che hanno partecipato alle selezioni dopo il bando lanciato dall’organizzazione del Festival. Il tema di questa edizione è “Lettera a chi ha cambiato la mia storia“, avendo come destinatario un qualcuno o un qualcosa che ha cambiato la vita, nel bene o nel male. In questa edizione che celebra il cambiamento, la kermesse ha voluto dare voce anche agli sportivi che hanno deciso di raccontarsi attraverso una lettera. E così, ieri sera, con la presentazione di Fabio Caressa e Matteo Caccia, sono state lette le missive di alcuni atleti paralimpici, alcuni dei quali presenti in sala: il nuotatore napoletano Vincenzo Boni, plurimedagliato ai recenti Europei di Dublino, si è rivolto alla “bastarda”, la sindrome di Charcot Marie Tooth con cui convive dall’età di 6 anni; lo sciatore nautico Daniele Cassioli (22 titoli mondiali, 25 titoli europei e 35 titoli italiani), cieco dalla nascita, ha dedicato un’ode allo “sport”, definendolo come “come una medicina sana, quella che non ha effetti collaterali. Ti ringrazio e ti abbraccio un amico, un fratello, un salvatore, ti amo con tutto il cuore”; la pesista Assunta Legnante, medaglia d’oro agli Europei paralimpici di Berlino, si rivolge al glaucoma che le ha rubato la vista sottolineando che “non si guarda solo con gli occhi ed ecco perchè, anche se mi hai cambiato la vita, volevo ringraziarti perchè adesso vivo di emozioni che mi può dare la risata dei miei bimbi o la carezza del mio compagno. Avrai spento i miei occhi, ma non la voglia di vivere, di vincere e di sorridere”. Sul palco sono saliti anche la spadista Mara Navarria, che ha dedicato una lettera al suo adorato Maestro Oleg Pouzanov, e il regista italiano Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato Giacinto, che nella missiva racconta il suo prematuro addio al calcio rivolgendosi all’allenatore “dei miei vent’anni”, che nonostante i suoi trascorsi nelle giovanili dell’Atalanta, gli preferisce “Tiziano, perchè Petosino (comune in provincia di Bergamo, ndr) è un campo difficile”. In conclusione di serata sono giunti anche i saluti di Luca Pancalli, Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, che si rivolge ai “suoi” atleti: “Sono orgoglioso di voi, di come avete sposato lo sport e le sue mille risorse, di come avete attraversato gli anni lasciando il segno. Storie non comuni, di gente non comune. Buon viaggio ragazzi, oggi vi siete l’aria di scrittori, vi aspettano altre tappe e mete da raggiungere. E dimostrare che ogni risorsa è già dentro di voi”.

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