Alain Conte: “San Marino punta a vincere il suo scudetto”
“L’Obiettivo è chiaramente la salvezza. Ma aggiungo, anche lanciare delle giovani, da molti poco conosciute, nel panorama del calcio che conta. Vogliamo fare crescere il nostro movimento e dar corso agli sforzi di questi anni di tutto il calcio femminile sammarinese. Per noi la salvezza sarebbe come vincere uno scudetto, ed è chiaramente un’impresa titanica. Ma il Titano è anche il monte su cui sorge San Marino, per cui ci proveremo con tutti i mezzi. Le nostre competitors sono le squadre che già da qualche anno lottano per la salvezza come il Bari o il Verona. Chiaramente la loro storia e la loro esperienza sono importanti. Noi cercheremo di sopperire con lo spirito, le idee e il coraggio che non deve mancarci”.
E’ Alain Conte il tecnico di San Marino femminile, squadra neo promossa in serie A, che ci racconta la sua esperienza e le sue speranze di vedere la sua squadra coronare un sogno.
17 mesi fa la formazione di San Marino militava in serie C ora, invece, è nell’elenco delle iscritte alla serie A italiana dove militano squadre coma la Juventus, il Milan, l’Inter, la Fiorentina, il Sassuolo, tanto per citarne qualcuna.
Ci racconti l’emozioni dell’esordio in massima serie?
“L’esordio ad Empoli è chiaramente stato duro e le ragazze hanno pagato molti fattori. L’emozione era tantissima, l’impatto con la serie A è stato più forte di quello che ci aspettavamo, sinceramente. Ma con il senno di poi posso dire che ci ha insegnato molto ed è stato lo “schiaffone” salutare per far rendere conto a tutto il nostro ambiente che le responsabilità che abbiamo sono tante e che il livello richiede uno sforzo importante sotto tutti i punti di vista. Ci siamo rialzati, piano piano, e ci siamo rimessi a lavorare duramente per accorciare il gap”.
E sui 17 mesi precedenti: “Sono stati 17 mesi incredibili. Il progetto nasce nel 2018 da un’idea di Ivan Zannoni il direttore sportivo che ha deciso di portarmi a San Marino. La squadra era stata costruita per tornare in B, ma vincere un girone e poi una finale spareggio, non è mai scontato. In serie B invece abbiamo compiuto un vero miracolo, con una squadra neopromossa e con pochissimi innesti, che è riuscita a sorprendere club molto più accreditati. Di aneddoti ce ne sono tanti, personalmente sono legato ad un goal che ci permise in serie C di raggiungere il pareggio al 97′ in casa con il Pontedera di Renzo Ulivieri, che ora è un mio docente al corso Uefa A ma, in quell’occasione, allenava la squadra che avrebbe conteso fino alla fine con noi la vetta. In quell’episodio rivedo molto della mia squadra che non si arrende mai e che ho rivisto in tanti altri episodi”.
Come mai un allenatore, oggi, sceglie di fare calcio nel femminile e quali differenze riscontra a livello tecnico e tattico, se esistono?
“Credo che trovarsi ad allenare una squadra femminile in questo momento sia un grande privilegio. Il movimento è in grande sviluppo e sta arrivando al grande pubblico grazie alla visibilità che finalmente ha raggiunto a livello mediatico. Questa è la mia seconda esperienza nel calcio femminile, la prima fu nel 2008 con una squadra di serie C regionale durata 4 anni, prima di un esperienza stupenda nel settore giovanile maschile e di una continua formazione per altri 5 anni. Le differenze ci sono, sotto l’aspetto della gestione e credo anche sotto l’aspetto tecnico tattico che deve ancora crescere ed evolversi”.
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