Alla scoperta del Footgolf, il pallone in buca: intervista a Roberto Carbone
Una disciplina a metà strada tra il calcio e il golf. Un mix perfetto di concentrazione, precisione, strategia e freddezza. Stiamo parlando del footgolf, uno sport le cui origini non sono chiare ma la cui conversione a sport vero e proprio è avvenuta in Olanda nel 2009 e sbarcato in Italia nel 2013. Roberto Carbone, uno dei migliori rappresentanti di questa disciplina e attuale Presidente dell’Associazione Footgolf Trentino Alto Adige, ci guida alla scoperta di questa nuova frontiera sportiva, pensata per tutti, indipendentemente dal sesso e dall’età, che permette ai partecipanti di trascorrere una giornata all’aria aperta immersi nel verde. Un’attività, quindi, che coniuga al meglio il trinomio turismo, stagione estiva e natura: “Il footgolf si gioca con le stesse regole del golf e non facciamo altro che giocare con un pallone da calcio, anziché con una pallina da golf. I piedi dei partecipanti sostituiscono le mazze da golf e l’obiettivo principale del gioco è quello di completare l’intero percorso nel minor numero di calci possibili superando vari ostacoli come colline, bunker, alberi, stagni, e ruscelli. Le buche, a differenza del golf, sono larghe 50 centimetri”.
Classe 1977, vigile del fuoco, “divisa che indosso con orgoglio”, Roberto Carbone ha un passato da calciatore semi-professionista, avendo giocato in Serie D con le maglie di Imperia, Sanremese, Novese. Il suo ruolo di attaccante lo ha aiutato a giocare nel footgolf anche se ci assicura che per praticare questo sport non è necessario avere un piede raffinato: “Ci sono giocatori che hanno piedi non propri elegantissimi e riescono a fare le stesse prestazioni di chi ha un piede più educato. Io ho un calcio forte ed abbastanza preciso, ma questo non è sinonimo di vittoria”. Concentrazione, nervi saldi, freddezza, precisione: tutti aspetti che devono essere perfettamente allineati: “Sono tutti aspetti importanti. Ogni buca la sua storia. Durante la gara puoi far malissimo la prima buca, poi magari fai benissimo tutte le altre e arrivi primo. Se ti soffermi troppo a pensare agli errori può accadere che sbagli tutte le altre buche e non te ne esci più. Io ho cercato molto di lavorare su questi aspetti legati alla concentrazione durante la gara, grazie anche al supporto di Iwona (Iwona Popczak, mental coach, ndr). Sono migliorato da questo punto di vista, anche se ogni tanto faccio fatica”. Una decina di giorni fa Roberto Carbone si è aggiudicato l’edizione 2018 della Trentino Cup, trionfando dopo 18 buche con uno score di meno 12 dal Par. Con lui proviamo a delineare il profilo del footgolfista: “Le caratteristiche del giocatore possono essere diverse. Non è determinante però avere un calcio potente per aggiudicarsi la gara, come può accedere nel golf. E’ importante la ‘lettura del campo’: l’approccio al green e un “putt” accurato sono molto più rilevanti della forza bruta. I più esperti calcolano addirittura il vento e le pendenze degli ostacoli per primeggiare in questo sport che, anno dopo anno, diventa sempre più evoluto e competitivo”.
Un movimento in forte crescita, confermato anche dai numeri: quest’anno circa 8 mila persone hanno partecipato a circa 100 tornei organizzati dalla Lega Nazionale Footgolf. L’unione tra l’eleganza del golf e la popolarità del calcio ha attirato anche ex calciatori di Serie A: Ivano Bonetti, che guida il ranking nazionale, Paolo Di Canio, Marco Lanna, Diego Fuser e altri ex giocatori stanno provando a cimentarsi con questo sport come Domenico Volpati, ex giocatore del Verona dei miracoli di Osvaldo Bagnoli.
Un successo che Roberto vuole condividere con gli altri: “Ci tengo a ringraziare Fabrizio Suma, fondatore con me di Footgolf Trentino, senza di lui non avrei fatto assolutamente nulla. Ringrazio tutti i ragazzi e i consiglieri dell’associazione che ci permettono di organizzare le gare in giro e far conoscere questo sport. La nostra mission è promuovere questo sport ma anche favorire la promozione turistica del Trentino, delle sue bellezze e dei suoi prodotti tipici”.
Foto inviate da Roberto Carbone