All’ombra degli stadi, confortati dalla Var, è forse il calcio men duro?
E’ questa corrispondenza tra la partita perfetta, senza errori, e le difficoltà di gestire una gara che a volte ha ritmi alti e non si riesce a trasformare in “pura”. Talvolta qualche strascico di “acido” in gola lo lascia ancora.
La Var è uno strumento davvero utile?
Oppure deve ancora essere tarato alla perfezione?
Quello che è successo alla Spal ha un sapore amaro. Un colpo che fa male allo sport e a chi lo vive con enfasi e passione.
Come passare dal 2 a 1 al 1 a 2 in pochi minuti. Sicuramente è un caso da valutare.
Se la regia ha la netta percezione che l’azione precedente era da sanzionare con fallo da rigore, allora, non era il caso di sospendere la gara, valutare e, casomai, ripartire con una palla a due?
Chi ha visto e rivisto il fallo su Chiesa ha avuto il tempo di capire che poteva esserci fallo grave da sanzionare con calcio di rigore.
Perchè la regola non permette di sospendere il gioco?
Per lo spettacolo? E che spettacolo è quello che si è consumato a Ferrara?
La Spal fa gol, gioisce, perchè la sua rete era regolare e si vede privata di una legittima realizzazione.
Giusta e sacrosanta anche la richiesta del penalty da parte della Fiorentina.
Nel mezzo però un vuoto normativo da limare, da migliorare.
Sono questi i casi limiti che non devono più succedere.
Fa bene la Spal a trincerarsi in un silenzio totale. Niente dichiarazioni, niente foto dell’esultanza del due a uno negato.
Quel gol lo hanno fatto sparire come se non fosse mai stato realizzato. Eppure lo stadio ha esultato, ci ha creduto.
La Var è uno strumento interessante, ma bisogna usarlo con giudizio.
E non dimentichiamo che, nonostante questa nuova tecnologia, le polemiche non sono mancate.