IL BELLO DELLO SPORT INCONTRA UN EDUCATORE SPAGNOLO CHE CI SPIEGA LA METODOLOGIA UTILIZZATA NELLA PENISOLA IBERICA
Abbiamo intervistato, per allargare anche i nostri orizzonti e la nostra conoscenza, un educatore sportivo spagnolo, vale a dire José Antonio Indalecio Céspedes che allena ragazzi di dieci anni, una squadra in un campionato che corrisponde alla nostra serie D sotto ed, infine, allenatore / formatore presso l’Università di Almeria.
Gli chiediamo, tanto per entrare subito in argomento che tipo di allenamento usano in Spagna nella fascia di età tra i 5 e i 12 anni: “Dai 5 ai 12 anni la cosa principale è la tecnica di allenamento, bisogna dare al giocatore le risorse necessario per renderlo “indipendente” alla scadenza del periodo che stiamo esaminando, indipendentemente dalle tattiche e dagli allenamenti che si possono usare. E’, quindi, in questa fascia di età gli aspetti di lavoro sono essenziali e, in particolar modo le competenze percettive e motorie e, nello specifico, la velocità di reazione senza tralasciare la tecnica di base. In questa fascia di età si lavora anche sulle conoscenze delle regole del gioco. Il giocatore deve prendere il controllo assoluto del pallone per cui deve saper controllare e passare, fare un passo sulla palla, dominare i giri della palla, carichi di controllo, controlli orientati e colpi di testa”.
Ci chiediamo tutti come mai il calcio spagnolo riesce a far giocare i giovani e produce ancora talenti interessanti?
“A mio parere, sia la Federazione Italiana come quella inglese hanno un’organizzazione sbagliata dei campionato in quanto impediscono a questi giovani di competere contro i giocatori più esperti, per non parlare dello scompenso che esiste tra top team in tutto il mondo e il resto delle competizioni. Bisognerebbe modificare gli incentivi per la promozione dei giovani e migliorare anche gli stipendi di chi lavora nel calcio giovanile”.
Pochi giorni fa è stato organizzato un seminario ad Amsterdam dove le migliori società e Federazioni hanno contribuito a formare e a trasmettere le proprie esperienza, ma esiste un metodo infallibile per formare calciatori?
“Ogni metodo utilizzato nella stimolazione della crescita del giocatore è valida a seconda delle qualità che si desidera ottenere. Ogni club può fare quello che ritiene più opportuno per arrivare allo sviluppo dei calciatori che ha forgiato e plasmato nel tempo. Dal momento che non tutti hanno le stesse esigenze e la stessa identità posso dire che, a mio parere, il metodo migliore è quello di cercare di creare un giocatore intelligente e versatile, in grado di risolvere i conflitti riportati nel gioco nel modo più efficiente per lo sviluppo del gioco di squadra”.