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CAMORANI: “CI SONO TROPPE COSE CHE NON VANNO BENE NEL CALCIO”

“Bisogna appurare se ciò di cui parliamo è la verità o meno: qualora fosse realtà, sarebbe una cosa capace di fare male al calcio”. Non usa mezzi termini Alfonso Camorani, intervistato per esprimere un giudizio circa l’inchiesta che la nostra testata sta conducendo nel corso di queste settimane.
Davvero molti allenatori allenano grazie ad una sponsorizzazione alle spalle?
“Trattasi di un fenomeno di cui si parla molto, specie parlando a livello dilettantistico. Molti allenatori ricevono incarichi al posto di altri colleghi, costretti a restare al palo nonostante una preparazione notevole. Questi ultimi preferiscono mantenere una certa dignità personale, scegliendo di trascorrere più tempo con la propria famiglia ed i propri figli. Se una società mi chiedesse di allenare un club facendo leva su una sponsorizzazione alle mie spalle, non ci penserei un attimo a rifiutare. Sono una persona che ha certi valori e che preferisce camminare a testa alta, anziché piegarsi eventualmente a certe dinamiche”.
Ravvisi altri problemi nel calcio di oggi?
“Sicuramente. Uno di questi è quello riguardante il regolamento vigente in serie C secondo cui è obbligatorio schierare un predefinito numero di calciatori under. Questa imposizione fa sì che molti atleti esperti trovino meno spazio rispetto a calciatori più acerbi, mandati nella mischia nonostante non abbiano a volte capacità per scendere in campo. Questo ha fatto sì che, dopo tanti anni spesi tra A e B, anche io sia stato penalizzato, finendo per uscire dal calcio che conta ad una età relativamente giovane (33 anni). E’ naturale che i calciatori più esperti facciano sentire la loro voce e lo sciopero paventato dall’AIC può essere un’arma da usare affinché le cose possano migliorare. Per quanto mi riguarda, a calcio gioca chi è bravo, indipendentemente dall’età ed a tal proposito ti faccio l’esempio di Marco Verratti: ho avuto il piacere di essere suo compagno di squadra quando aveva solo 16 anni e lui giocava non in virtù di un particolare regolamento, ma perché lo meritava”.
Qual è la soluzione da adoperare affinché il sistema calcio possa uscire da questo tunnel negativo?
“Ognuno deve avere delle specifiche mansioni alla luce delle competenze acquisite. Concordo con chi afferma che i diplomati ISEF o i laureati in scienze motorie non devono fare gli allenatori. Il calcio, da un punto di vista tecnico, va insegnato da persone che hanno giocato a certi livelli o che quantomeno sanno spiegare un gesto tecnico. Quando ad un bambino devono essere spiegati e mostrati i fondamentali, è vitale che a farlo siano soggetti preparati”.
Di cosa ti stai occupando attualmente?
“Con la mia ASD Alfonso Camorani, attraverso la mia figura di istruttore, metto al servizio di tutti la mia esperienza e la mia competenza per insegnare qualcosa ai bambini ed ai ragazzi che scelgono di avvalersi della mia professionalità e di quella dei miei colleghi istruttori, tutti ex calciatori. Personalmente ritengo che non sia giusto rapportarsi con i ragazzi come se fossero facenti parte di una vera squadra. Pensa che spesso e volentieri non ho il coraggio di mandare in tribuna dei ragazzi e quindi faccio scegliere a loro stessi i nominativi. Sono abituato a non fare distinzioni: gioca chiunque, dal ragazzo meno pronto a quello apparentemente più dotato, da quello più in forma fisicamente a quello con qualche chilo in più. Non ho ancora acquisito il patentino UEFA per allenatore di base: sono stato penalizzato dall’aver militato in club dilettantistici negli ultimi anni della mia carriera e ciò ha fatto sì che, nonostante le mie importati esperienze pregresse, sia in posizione defilata rispetto ad altri candidati. In un futuro prossimo non mi vedo allenatore: ritengo di non avere ancora le peculiarità necessarie a farlo a certi livelli. Se dovessi scegliere in futuro tra fare l’allenatore in Eccellenza o stare nel settore giovanile, sceglierei la seconda opzione, ma non perché ritengo di essere superiore, ma perché sto riscontrando di avere una maggiore inclinazione a svolgere questo ruolo. Un altro aspetto che mi affascina è quello di visionare talenti, lavorando nello scouting. Nella mia ASD non prometto di fare avere strade privilegiate affinché i ragazzi possano giocare un domani nei club che mi hanno accolto nel corso degli anni: la mia promessa è migliorarli quotidianamente, poi i ragazzi bravi emergeranno da soli. Pensa che io ho giocato a certi livelli, pur non avendo mai fatto scuola calcio…”

ALFONSO CAMORANI CON LA MAGLIA DELLA SALERNITANA - FONTE FOTO PROFILO FACEBOOK DI CAMORANI

ALFONSO CAMORANI CON LA MAGLIA DELLA SALERNITANA –

intervista a cura di Corrado Barbarisi
Foto fonte profilo facebook di Alfonso Camorani

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