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“Da quando Baggio non gioca non è più domenica”, così recita una canzone di Cesare Cremonini che omaggiava il talento del calciatore più amato degli ultimi 30 anni in Italia.
È proprio vero, Roberto Baggio da Caldogno, un paesino in provincia di Vicenza, ha fatto divertire ed emozionare milioni di tifosi, un campione in campo e fuori mai sopra le righe.
Un talento naturale che avrebbe meritato un palmares ben più ricco. Un ragazzo umile che in carriera ha dovuto affrontare tanti infortuni e diversi interventi chirurgici. Dopo aver indossato le maglie di Vicenza, Fiorentina, Juventus e Milan, aver vinto l’ambito Pallone d’oro, Roberto sceglie ambienti più tranquilli per continuare a divertire e a divertirsi.
A Bologna, sotto la guida tecnica di Renzo Ulivieri, ritrova gol e la Nazionale che nel 1994 aveva portato fino alla finale di Pasadena contro il Brasile.
Lippi lo chiama all’Inter dove gioca un paio di stagioni, ma nel 2000, a 32 anni, decide di accettare il “corteggiamento” di Carletto Mazzone che lo porta a Brescia dove termina la sua carriera.
“Quando uscii dal campo, dentro di me sentii una vocina che diceva ‘Roberto è finita, ora è veramente finita’. La cosa che mi colpì è che l’ultima partita della mia vita l’avevo giocata nella scala del calcio davanti a Paolo Maldini, un altro immenso campione. Avevo deciso di non piangere quel giorno, ma mentre uscivo per la sostituzione Paolo mi abbracciò e mi disse ‘Grazie di tutto Roberto’. Davanti a quelle parole mi scappò una lacrima”, così Baggio racconta gli ultimi secondi della sua ultima partita. Tutto San Siro è in piedi, tutti ad applaudire e a piangere per questo campione.
E allora tanti auguri Roberto, nel giorno del tuo 51esimo compleanno, che ricorre di domenica. E nel frattempo continua a riecheggiare il ritornello “ah da quando Baggio non gioca più, non è più domenica…”

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