C’era una volta il calcio in carrozzina a Salerno (parte 3): l’intervista ad Antonio Pellegrino
Terza puntata per la rubrica settimanale “C’era una volta il calcio in carrozzina a Salerno”. Stavolta abbiamo intervistato Antonio Pellegrino, ex difensore dell’AIAS Olympia Salerno, società che, come abbiamo già più volte ricordato, si è laureata anche campione d’Italia.
Quali sport hai praticato durante la tua attività agonistica?
“Ho giocato prevalentemente a calcio in carrozzina, ma non ho disdegnato la pratica di altre attività quali la pallanuoto, il lancio del peso e del disco. Tra tutte le attività che ho elencato, sono rimasto particolarmente affascinato dal Powerchair”.
Cosa ha rappresentato per te il calcio in carrozzina?
“Una bellissima esperienza da condividere con lo spingitore (Anna Rizzo, la moglie del mister-spingitore Michele Lasala), con cui ho vissuto in simbiosi gioie e dolori sul campo, nonché le medesime sensazioni durante l’arco delle sfide. E’ stata un’esperienza toccante aver avuto come accompagnatore personale Marco Musto, una persona affabile e socievole, che purtroppo oggi non c’è più a causa di un brutto incidente stradale”.
Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza da difensore?
“Sono essenzialmente legati alle gare disputate lontano da Salerno. A Bologna vincemmo un torneo, mentre a Ragusa giungemmo terzi nella fase finale per l’assegnazione dello scudetto. Ricordo un’esperienza ludica simpatica quando ci recammo in piscina dopo una gara e mi lanciai dal trampolino”.
Un aneddoto particolare riguardante una sfida nello specifico?
“Tutte le dinamiche in campo erano piacevoli, era uno scoprire continuo peculiarità attraverso le quali cementare il gruppo e fare squadra. Rimembro quando chiamavamo l’uscita collettiva in fase difensiva, dicendo tutti di andare fuori dall’area”.
Cosa ti manca del calcio in carrozzina?
“La squadra, i compagni e lo stare insieme. Alcuni ragazzi li vedo, altri di meno. Mi piacerebbe ancora oggi giocare a calcio in carrozzina nonostante i miei 53 anni: qualora si organizzasse una rimpatriata, sarei ben lieto di prendervi parte”.