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Ciclismo, dalla mtb alla bdc: “Prima di salire in sella ho studiato mesi”

Lo sport, quello “Bello” come piace a noi, non c’è bisogno di cercarlo esclusivamente al vertice delle relative categorie d’appartenenza, ma spesso per trovarlo basta guardare dentro ed intorno a noi stessi. La passione che ogni giorno ognuno di noi mette nelle sue piccole e personali imprese sportive è quanto di più bello si può trovare nello sport e nella vita in generale. E cosa più della vera e sana passione può spingerci verso obiettivi insperati?

La storia che vi raccontiamo oggi è quella di Riccardo La Bianca, neofita del ciclismo amatoriale che, superati i quarant’anni ha deciso di comprare una bicicletta da corsa, salire in sella e cominciare a macinare chilometri insieme al suo gruppo.

Riccardo, cosa ti ha spinto a quarant’anni ad immergerti in maniera intensiva nel ciclismo su strada?

“Faccio parte di quella generazione che negli anni ‘80 ha ricevuto in regalo dal papà una delle prime mountain bike. Immagina un dodicenne con una bici da passeggio, una Graziella pieghevole, che sale in sella ad una bici con un cambio 21 rapporti, forcella ammortizzata, grandi ruote dentate ed un telaio indistruttibile, mi sentivo invincibile! Per nessun motivo l’avrei cambiata con una noiosissima bicicletta da corsa. Con una mtb si è liberi di andare ovunque ma la curiosità di provare alla fine ha prevalso”.

Nel passaggio dalla mtb alla bdc c’è innanzitutto bisogno di comprare un bel po’ di attrezzatura. Districarsi nei modelli dei vari componenti stando attenti al budget, può rivelarsi un’impresa molto ardua e molti sono spaventati a tutto ciò. Tu hai studiato per diverse settimane prima di effettuare i vari acquisti.

“Ogni casa produttrice ha un modello entry level, mediamente per una bici in alluminio occorrono circa 1000 euro, il doppio se si sceglie un telaio in carbonio. Io ho iniziato facendo un semplice tentativo e, districandomi tra gli annunci di vendita on-line, sono riuscito a permutare una mtb con una bdc in alluminio, ho preferito un usato. Non consiglio di acquistare una bici usata con telaio in carbonio, di solito hanno percorso molti più chilometri e soprattutto non è possibile valutare, neanche da un occhio esperto, se il telaio riporta rotture o imperfezioni, il più delle volte la fibra in carbonio si danneggia sull’interno della scocca, cosa che invece l’alluminio non può nascondere. Un consiglio che mi sento di dare è di non giudicare negativamente una bici con parti non originali. E’ consuetudine infatti sostituire componenti, il più delle volte si tratta di migliorie. All’inizio non bisogna fossilizzarsi troppo sull’argomento “superleggero e subito”, modificando la bici in un secondo momento si sarà invogliati ad aumentare i regimi di allenamenti. Nuovo o usato che sia, l’unico componente da sostituire immediatamente è la sella perché quasi mai risulta adatta alle proprie esigenze. C’è da considerare infatti che chi vende una bici usata trattiene la sella, i pedali e molto probabilmente anche le ruote, di solito prima della vendita il proprietario ripristina sulla bici le parti di primo montaggio. Consiglio di investire senza riserve su comfort e sicurezza, per un abbigliamento completo di buona qualità occorrono mediamente 300/400 euro, altri 150 euro se si vuole acquistarne un completo invernale. Occorrono scarpini e attacchi, calzini, pantaloncini, maglia, casco, occhiali e guanti, qui la qualità è importante e si percepisce ad ogni pedalata”.     

Che consigli ti senti di dare a chi come te vuole cimentarsi nel ciclismo.

“Ci sono innumerevoli considerazioni da fare prima di salire in sella ad una bici da corsa. Il consiglio che solitamente do ad ogni persona che inizia questa disciplina è di sottoporsi ad una visita biomeccanica specialistica. In questo modo si avrà la sicurezza di scegliere la giusta misura del telaio ma soprattutto le giuste distanze, angoli e posizioni di ogni componente, dagli attacchi sotto lo scarpino, alla distanza/altezza/modello sella, angolo/distanza del manubrio, leve cambio etc. Mettere un gran numero di componenti al proprio posto in funzione della propria corporatura significa stare bene e rendere il massimo”.

Raccontaci del tuo primo giro appena salito in sella.

“Universi opposti. Il sacrificio più grande, per chi come me era abituato ad una mtb è riuscire a rimanere con le ruote sempre sull’asfalto, la bdc corre solo su strada, non si saltano marciapiedi, si evitano le asperità ad ogni costo, il telaio rigido e le ruote sottili trasmettono ogni cosa, persino la granulosità dell’asfalto può rallentare sensibilmente la marcia. Poi c’è la posizione aerodinamica, si va veloci con meno fatica, su una bdc si ci agita molto meno e ci si concentra sul movimento delle gambe, tutto per far girare velocemente i pedali”.  

Ora che ti alleni con altri ciclisti, che differenza trovi nel correre in gruppo?

“Stare in gruppo è forse la cosa più difficile, serve molta esperienza, non è così naturale come verrebbe da pensare. Stando in gruppo si capisce veramente l’importanza della scia aerodinamica, di come il vento sia determinante sull’andatura. Non è consentito franare, si usa la resistenza del vento per stabilizzare la velocità per cercare di rimanere fra la bici che ti precede e quella che ti segue, per adesso mi limito alla coda del gruppo”.

Al giorno d’oggi in sport come il ciclismo o il running ha preso enormemente piede la tecnologia. Che supporto ritieni riescano a dare ad atleti anche di livello amatoriale.

“Oggi grazie alla tecnologia, con poche decine di euro, ogni amatore può sentirsi un vero atleta. Un moderno ciclo computer è in grado di registrare oltre alla distanza e velocità, il battito cardiaco, la cadenza, la posizione gps, etc. Applicazioni come Strava poi elaborano ed archiviano i dati registrati durante l’allenamento, in modo tale da visualizzare l’evolversi delle proprie prestazioni ma soprattutto paragonarle con quelle degli altri utenti. Condividendo i dati si hanno classifiche sui tempi del giro, sul totale dei chilometri percorsi, sui watt erogati, insomma si entra in competizione e si è invogliati a migliorare”.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi sportivi?

“Il mio mentore e amico, nonché ciclista professionista mi ha iscritto alla “Granfondo Campagnolo Roma” che si terrà il prossimo ottobre. Uscire con persone allenate ed esperte è una gran fortuna, se pur richiede molta fatica. In due mesi ho aumentato la condizione fisica del 30%, merito anche di tutti gli insetti ingeriti durante gli allenamenti: una dieta iperproteica!”  

v.amendola13@gmail.com

Laureato in Ingegneria Gestionale all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Giornalista pubblicista dal 26/09/2016.