15 a 12. E il Salerno va avanti, a testa altissima, dopo una prova non adatta ai deboli di cuore. Nel piccolo comune di Lastra a Signa, alle porte di Firenze, i Thunders riescono a imporsi con un risultato rocambolesco, frutto solo e soltanto delle loro forze. E di un po’ di sfortuna, sì, che ha attenuato i suoi colpi nel finale: meravigliosa legge del karma.
Di cosa parliamo? Dell’infortunio patito da Michele Corbo al sesto inning: un problema alla spalla di cui ancora non si conosce l’entità, arrivato nell’ultimo sforzo a casa base. Ah, è stato dichiarato ‘salvo’: ma ha avuto anche il suo piccolo e personale prezzo da pagare, che gli è costato anche un turno in battuta con un braccio solo. Tant’è: ne ha approfittato per mettere una bella linea in zona lanciatore.
Partiamo però per gradi, anzi: proprio dall’inizio. Coach Corbo schiera nuovamente Antonio Garofalo sul monte: che ormai non è una promessa, si tratta ormai di acclarata certezza. E al quarto inning infatti i Thunders sono già 9-1. Sembra una lunga discesa dopo pochi centimetri di salita.
Maledette leggi del baseball, però: che quando tutto sembra scritto, c’è sempre qualcun altro pronto a scarabocchiare un finale diverso. In questo caso? I Lancers. Che mettono a segno una rimonta pazzesca, portandosi sotto di uno alla fine del sesto inning. Siamo 10-11 per Salerno, siamo al momento in cui Corbo si fa male, siamo all’istante esatto in cui sembra tutto clamorosamente perduto. Ma siamo anche nell’attimo che serve per trovare un’intuizione, ossia questa: coach Corbo pesca Nicola Iannetta dall’outfield e lo piazza sul monte. Le mazze fiorentine si spengono.
Altri due punti per Salerno, match chiuso. E’ il primo maggio: è la festa di chi ha lavorato bene nella preseason. E di chi adesso non vede l’ora di scrivere altre storie del genere.