Da guardia giurata a giocatore-presidente di una squadra di basket in carrozzina: la doppia vita di Simone Spedicato
Una persona molto introversa a cui non piace parlare molto di sé stesso “perché la mia storia sportiva credo che non abbia molto di sensazionale ma comunque magari questo lo lascerò decidere agli altri”. E’ il cinquantenne Simone Spedicato che racconta al Bello dello Sport la sua nuova vita: “Da circa 13 anni sono diventato atleta del mondo Paralimpico con il Basket in carrozzina. Prima giocavo a calcetto il sabato pomeriggio e facevo palestra, cercando di perfezionare il mio fisico. L’attività sportiva mi faceva stare bene con me stesso”. Dopo una terribile caduta in moto, la sua vita è cambiata. Per fortuna esce vivo da un incidente, ma perde l’uso della gamba sinistra e, di conseguenza, anche il lavoro da guardia giurata. E così, quasi per caso, avviene l’incontro con il mondo del basket in carrozzina: “Al termine di una partita di calcio tra Lecce e Milan, vengo quasi braccato da due ‘brutti ceffi’ (sorride, ndr), che sono l’allenatore e il presidente della Lupiae Team Salento, squadra di basket in carrozzina di Lecce. Con un tono molto invadente mi chiedono perché non avessi la protesi e come mai non usassi la carrozzina per spostarmi. Replicai che usavo le stampelle per spostarmi fuori casa. Ci scambiammo i numeri di telefono e l’allora presidente Rocco, ancora oggi sempre attivo in società, mi giurò che avrebbe fatto di tutto per convincermi a farmi giocare a basket in carrozzina. Non resistetti troppo al suo corteggiamento, andai a fare un provino e fu subito amore per la palla a spicchi”.Da circa tre anni è anche presidente della squadra ma Simone, ci tiene a precisare: “L’amico Rocco è sempre qui con noi, è un pilastro della società”.
Attualmente la Lupiae Team Salento partecipa al campionato nazionale di Serie B e da novembre sarà nel raggruppamento che comprende squadre pugliesi, siciliane e calabresi. Trasferte anche lontano da Lecce che rappresentano un problema economico: “Per le trasferte il principale problema è il trasporto delle carrozzine da gioco che sono ingombranti. Sosteniamo un notevole sforzo fisico-mentale, ma soprattutto economico in quanto essendo uno sport secondario non si trovano sponsor disposti ad investire in sport come il nostro”. E poi c’è l’annoso problema delle strutture in cui svolgere l’attività: “Le strutture qui nella mia città sono un pò carenti, gli spazi sono pochi e bisogna accontentare tutte le società. Ci alleniamo sei ore a settimana ma, per fortuna, abbiamo a disposizione il palazzetto della città che ha il parquet che ci permette l’uso delle carrozzine regolamentari”. Tanti sacrifici che molto spesso non vengono compresi da chi dovrebbe, invece, sostenere questi sport cosiddetti ‘minori’: “Facciamo sforzi e sacrifici enormi, le istituzioni dovrebbero venirci maggiormente incontro. Devono capire che noi, oltre a mettere in condizione di far praticare sport a soggetti con disabilità, svolgiamo anche un ruolo sociale, favorendo l’integrazione e il coinvolgimento di tante persone che altrimenti resterebbero ai margini della società”.
Fonte foto: profilo FB Lupiae Team Salento