Dal quartiere Barra alla fascia di capitano dell’Afro-Napoli: la storia di Luigi Velotti
Una passione per il calcio nata intorno ai sei/sette anni quando, per strada, inizia a dare i primi calci ad un pallone. Il tesseramento con la scuola calcio Carioca nel quartiere Barra in cui è nato nel 1990 e poi con la scuola calcio Mazzeo a San Sebastiano. La carriera di Luigi Velotti, attuale capitano dell’Afro-Napoli United, parte da lontano, sui campetti di periferia. Su di lui mette gli occhi il Torino: “È un’esperienza bellissima, la prima volta da solo lontano da casa, una di quelle da raccontare ai figli. Gioco due anni con gli allievi del Toro, vinciamo un po’ di tornei, ma il secondo anno perdiamo lo scudetto contro la Juve. È una brutta batosta, perché il derby è sentito anche per le giovanili come quello fra squadre maggiori“, racconta Velotti alla pagina Facebook della sua attuale squadra. Quando era certo il passaggio alla Beretti granata, mister Mazzeo lo porta con sè alla Primavera del Frosinone: “Il primo anno fila liscio, il secondo va ancora meglio, disputiamo il Torneo di Viareggio e nella parte finale del campionato vengo aggregato alla prima squadra, accumulando cinque panchine in Serie B. Il nome sulla maglietta, il calcio che conta, emozioni vere per un ragazzo come me, ma più sali di livello e più il gioco diventa competitivo”. Il direttore dell’area tecnica del Frosinone, Ernesto Salvini, gli consiglia di andare a fare esperienza in categorie inferiori e così approda al Sapri: “Purtroppo però per questioni amministrative il Sapri riesce a iscriversi solo alla Serie D. Resto comunque e faccio un ottimo campionato, sfioriamo i play off e l’anno successivo vado in ritiro con la Cavese che però non riesce a iscriversi al campionato di Serie C perché il club fallisce”. Con l’Ebolitana vince il campionato di Serie D: “Nell’ultima partita in casa ci sono diecimila spettatori sugli spalti, a degno coronamento di un’annata spettacolare, culminata nel giro col pullman scoperto per la città. Resto, ma me ne vado a ottobre dopo che il contratto che mi è stato promesso più volte non arriva”. A solo 21 anni Velotti pensa di lasciare il calcio, deluso dalle promesse non mantenute dalla società ebolitana. La chiamata di alcuni amici di infanzia gli fa tornare la voglia di indossare nuovamente le scarpette: “Con l’Atletico Nola, neonata società costituita da amici, riparto dall’Eccellenza. In quell’anno segno e alla fine mi faccio convincere. Quell’anno segno dieci goal, una cosa pazzesca per un difensore centrale come me”. Una stagione positiva a Volla, sempre in Eccellenza. Fa ritorno in Serie D con l’Isernia, ma qui sorgono subito dei problemi: “Il martedì successivo alla prima partita arriva il direttore sportivo negli spogliatoi e ci avvisa che la società non può pagarci. Ci svincoliamo quasi tutti, torno a Volla, perdiamo un’altra finale play off con la Scafatese, poi il Savoia”. Arriva la chiamata dell’AfroNapoli che ha appena vinto il campionato di prima categoria: “Che potrà mai essere, dico fra me e me. Ho inoltre la possibilità di andare all’Afragolese che ha allestito una squadra per vincere il campionato d’Eccellenza. Ma mia moglie mi fa riflettere e alla fine mi convince. Vacci almeno a parlare, mi fa, e così mi incontro con il presidente Antonio Gargiulo, il vicepresidente Francesco Fasano e il mister Montanino”. Un amore a prima vista con la società napoletana: “Mentre eravamo a pranzo io, abituato ai personaggi loschi delle serie minori, non riuscivo a credere a quanto fossero invece delle persone perbene i miei interlocutori. Nella mia carriera ho fatto sempre la scelta sbagliata, stavolta non commetto lo stesso errore: scelgo l’Afro-Napoli United”. Nella prima stagione realizza otto gol. L’anno successivo contribuisce alla promozione in Eccellenza, la quarta in cinque anni per la società. “Quest’anno siamo in zona play off, con un distacco che però potrebbe anche rendere inutile il piazzamento. Peccato per l’inesperienza, gli infortuni di alcuni elementi migliori, la rosa corta all’inizio e la fortuna che non sempre ci ha dato una mano. Ma male che vada, ci riproveremo nella prossima stagione”, sottolinea Velotti, che, da tifoso del Napoli e capitano di una squadra multietnica come l’Afro-Napoli, esprime il suo pensiero sulla vicenda dei cori razzisti verso Koulibaly durante la partita Inter Napoli: “Ho apprezzato molto le parole di mister Ancelotti dopo gli ululati razzisti e l’espulsione di Koulibaly a San Siro. Farà bene il Napoli a uscire dal campo, se episodi simili dovessero ripetersi, perché abbiamo il dovere di contrastare il razzismo che si nutre di ignoranza”.