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“DARE IL MEGLIO DI SE'”: L’IMPORTANZA EDUCATIVA DELLO SPORT

Mercoledi 4 luglio 2018 a Salerno, presso la sala del Coni si è tenuto un incontro dal tema “Dare il meglio di sè” dove al centro dell’attenzione è stato posto l’individuo che pratica lo sport e non i suoi muscoli.
Tra i presenti al dibattito, oltre che S. E. Mons. Moretti, Arcivescovo si Salerno, erano presenti don Gionatan De Marco, Direttore dell’Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale del Tempo Libero, Turismo e Sport, Claudio Guarnaccia, Direttore Ufficio Pastorale Sport, l’Assessore allo Sport del Comune di Salerno Angelo Caramanno e altre figure di spicco del mondo dello sport, oltre alla padrone di casa, la Delegata Coni, Paola Berardino.
Dall’incontro sono emerse diversi aspetti già da tempo trattati dal nostro magazine “Il Bello dello Sport” che ha cercato, da sempre, di condannare lo sport che non viene praticato nel modo “corretto”.
La ricerca della vittoria a tutti i costi è l’obiettivo che oggi si vuole raggiungere ed, invece, anche noi concordiamo sul pensiero emerso durante l’incontro: “il fine della partita non deve vederci per forza vincenti ma deve dare la gioia di essere scesi in campo”. E questo soprattutto nei settori giovanile deve essere un elemento portante e fondamentale da tenere sempre ben in mente.
Altro elemento che è emerso è da attribuire al pensiero di Nello Talento: “abbiamo una necessità forte di recuperare i valori che avevamo noi da giovani, dobbiamo, necessariamente recuperare la parte sana di quei valori che ai miei tempi vedevano una famiglia compatta e dedita alla crescita reale dei propri figli”.
Il pensiero politico dell’Assessore Angelo Caramanno fa leva sulle parrocchie che le giudica: “spazi aggregativi fondamentali per la crescita del bambino”. A suo avviso: “l’uomo di sport fa la differenza perchè riesce a trasmettere, più degli altri, i veri valori. Oggi, invece, siamo alle prese con delle mostruosità genitoriali che innesca un meccanismo perverso” che fa perdere di vista quello che è il vero percorso del ragazzo e, talvolta, anche il rispetto delle parti.
Di questo circolo vizioso la società fa fatica a liberarsi perchè non si vive lo sport “come libertà e creatività. Gli schemi tattici devono essere dei canovacci che devono avere come fine la libertà creativa dell’atleta”.
Per chiudere un ultimo passaggio che non necessita di ulteriori commenti ma che deve farci riflettere su quali basi si regge il mondo dello sport in questo momento storico: “I bambini sono traditi dagli adulti che li usano per i loro tornaconti”

alfonso.pierro@libero.it

“A volte un vincitore è semplicemente un sognatore che non ha mai mollato” 
(Nelson Mandela).