Domenico Scognamiglio: “Match analysis e data science il futuro di ogni sport”
“Non nascondo la mia sorpresa al momento della comunicazione degli esiti dell’ultimo corso di match analyst che si è tenuto a Coverciano. Essere uno dei circa quindici studenti nella storia (circa il 5% ndr) ad essersi diplomato con 110 mi riempie di gioia e orgoglio”. Con queste parole, Domenico Scognamiglio, si è presentato alla redazione de “Il Bello dello sport”. Appassionato di match analysis, si è avvicinato a questo mondo sin dalle prime esperienze nel mondo del calcio: “Sono entrato nel mondo del calcio nel 2012 nella squadra della mia città a Torre del Greco. Ho iniziato come team manager, ma con il passare degli anni ho appreso che la mia vera strada era quella della analisi. Sono partito raccogliendo dati con Excel, e durante la mia esperienza alla Cavese ho lavorato con un tecnico appassionato di questo mondo che mi ha aperto definitivamente le porte nel settore. Durante le mie esperienze ho sempre affiancato gli allenatori, e piano piano da loro ho imparato molte cose. Il primo corso vero e proprio di match analysis è stato Longomatch nel 2019, Su trenta partecipanti circa, nonostante all’epoca fossi ancora un analista amatoriale, mi sono classificato al settimo posto e tale risultato mi ha stimolato a continuare per la mia strada. Successivamente ho avuto esperienze positive sia con il Savoia in D e sia con il Napoli femminile”.
Sul lavoro che ha portato successivamente al 110: “Ho deciso, una volta trovata la mia strada, che il passo fondamentale per diventare professionista fosse l’iscrizione al corso di Coverciano. Una volta raccolte le fonti necessarie, ho deciso di scrivere una tesi di circa 170 pagine dimostrando con uno studio approfondito come il cambio di allenatore a stagione in corso solo una volta su quattro produce un cambiamento sostanziale alla produzione offensiva della squadra di riferimento. Durante l’esame, a disposizione dello studente, ci sono circa otto ore nelle quali il candidato deve fornire un analisi scritta e video di una squadra militante in un campionato sconosciuto. Dal punto di vista fisico e mentale si tratta di un corso molto dispendioso, per preparare al meglio questa prova ci vuole tanto allenamento e altrettante notti insonni. Per evitare eccessiva tensione ho preferito isolarmi, ma posso affermare con sicurezza che la gestione temporale nel nostro mestiere è fondamentale. Sono partito dai dilettanti, e voglio dimostrare come in Italia sia ancora possibile emergere con le proprie forze e tanti sacrifici”.
Pensi che la figura del match analyst sia sufficientemente apprezzato e considerato? “Per me già solamente entrare a Coverciano e potermi mettere in gioco è stato un sogno che si è realizzato. Il nostro lavoro richiede continuo aggiornamento, i software progrediscono continuamente e l’hardware va di pari passo. Penso che dietro a tanti sacrifici e tanto studio ci voglia rispetto e la giusta mansione, perché ancora non siamo professionisti a tutti i livelli del calcio. Nel nostro settore se fermi gli studi anche solo un anno poi non rientri nel giro facilmente”.
Attualmente, dopo la finale di euro 2020, il tema dell’analisi è uscito nuovamente allo scoperto in negativo: “Il commissario tecnico della formazione inglese, arrivati ai calci di rigore, ha deciso di affidarsi a un software per la scelta dei cinque rigoristi. La variabile che ha fatto saltare l’algoritmo è stato l’ingresso troppo tardivo in campo di alcuni rigoristi: quando entri a freddo e non hai ritmo partita è più difficile presentarsi a calciare un rigore che vale un trofeo così prestigioso. Tengo a precisare che nonostante da una parte non abbia funzionato, per il portiere italiano Donnarumma lo studio dei rigoristi con i software predisposti è stato fondamentale per la vittoria finale. L’analisi, al netto di alcune situazioni migliorabili, è il presente e sarà il futuro”.