“DOTTORE POSSO COMICIARE A GIOCARE?” LA STORIA DI LORENZO CHE HA VINTO LA PARTITA CONTRO UN LINFOMA
Una storia semplice, forte, quella raccontata da Lorenzo Bonetti, pallavolista ed ex calciatore. “Sotto rete” il titolo del libro che racconta la sua avventura contro un linfoma, incastrando questi momenti tristi della sua vita con la sua voglia di divertirsi, anche durante la malattia.
Una storia che si fa leggere tutto d’un fiato, non concede pause e, se sei uno sportivo, rivedi a tratti i sogni della fanciullezza, quando ogni notte si sogna un gol ad una squadra importante di serie A o durante la finale di Champions. La storia presenta passaggi di grande letteratura, ma anche scorci neo veristi, con racconti di vita quotidiana, quella di Lorenzo, un ragazzo semplice che, però ha doti sportive incredibili. Ma, all’improvviso, senza rendersi conto si ritrova seduto con tanti sfortunati a chiedersi “perché proprio a me?” e “lo sportivo pompato che credevo di essere, è ora sgonfio più che mai” e tutto in pochi istanti. Il suo slogan “Sorridi ka la vita è bella” l’ho ha portato a vivere quei tragici mesi in un’allegria incredibile, vivendo e rifiutando anche alcuni consigli dei medici. “Il pallone mi mancava davvero un sacco. Non ero pazzo, col pallone ci parlavo, e ci parlo tuttora”. Questo era il suo obiettivo, riprendere di nuovo la sua avventura, che da calciatore nelle giovanili dell’Albinoleffe era diventato un pallavolista di grandi prospettive.
La malattia è vista dall’atleta come “un’arrampicata” dove per superare tutti gli ostacoli “sono ugualmente necessarie ed importanti, sia la componente psicologica che fisica. Mente e corpo devono lavorare in simbiosi, l’una con l’altra”.
Arriva così, tra mille avventure e sofferenze, il giorno della guarigione, il giorno di svoltare e di lasciare alle spalle la vita da guascone e ricominciare di nuovo, come un bambino che, giorno dopo giorno, scopre il proprio corpo e le proprie capacità. Il ritorno in campo, la grande festa, la grande speranza, ma bisognava gestire la paura, “la paura dell’ignoto, che mi impediva di essere felice”.
Un libro che, oltre ad avere lo scopo di trovare fondi per la ricerca, sostenendo la Fondazione Veronesi, ha anche la voglia di raccontare uno scorcio di vita di un atleta che ama la vita e lo sport.