ELISABETTA SPINA (RESPONSABILE A.C. MILAN FEMMINILE): “HO ESORDITO IN SERIE A QUANDO AVEVO 15 ANNI CON L’AGLIANA”
“Il mio è stato un percorso estremamente naturale in quanto la mia famiglia non ha mai ostacolata la mia passione ed, inoltre, è stato un percorso molto veloce perchè a soli 15 anni ho debuttato in serie A con l’Agliana”.
E’ Elisabetta Spina, ex centrocampista che ha giocato anche a Firenze, Pisa e Reggiana con la quale ha vinto anche una Coppa Italia nella stagione 2009-2010.
Nel 2016, a 33 anni, consegue, con il massimo dei voti, la licenza Uefa A a Coverciano e comincia il suo percorso di allenatrice. Nel frattempo viene notata dal Milan alla quale affida il ruolo di responsabile del Progetto Milan Accademy e del Milan Femminile.
Ma riavvolgiamo il nastro e parliamo della sua storia di calciatrice: “In quel periodo storico giocare al calcio per una donna poteva sembrare qualcosa di diverso, ma ribadisco, che per me tutto è avvenuto in modo naturale”.
Un ricordo della tua carriera?
“Il ricordo più bello è stata la vittoria della Coppa Italia con la Reggiana e il debutto con la Nazionale agli Europei Under 18”.
Un aneddoto?
“In questo momento non mi viene nulla di speciale anche se nell’arco della carriera ce ne sono tantissimi da raccontare ma tutto ciò che ho fatto è una parte di vita che porto nel cuore e che mi ha dato un’opportunità e mi ha fatto arrivare dove ho sempre sognato di essere”.
Un consiglio alle giovani atlete?
“Oggi dal punto di vista culturale troviamo un’apertura diversa rispetto agli anni passati ma, bisogna trovare anche una giusta sensibilità da parte della famiglia che, a mio avviso, potrebbe condizionare le scelte. La cosa che mi sento di dire sia ad una ragazza, sia ad un ragazzo, che si appresta a vivere un percorso sportivo nel calcio, è di cercare di fare nella vita con passione quello che piace fare. Le opportunità sono cresciute, sicuramente, e mi riferisco, nella fattispecie, alle tutele che rispetto ai miei tempi, oggi, sono superiori”.
Ma il calcio femminile è veramente in fase di crescita?
“Oggi sono cresciute le opportunità da un punto di vista professionali e di organizzazione delle società. Nella mia carriera, però, ho trovato persone che hanno saputo dare purezza al calcio femminile e di queste persone non possiamo farne almeno. E’ chiaro che oggi è più semplice attingere a professionisti che sono propri del calcio maschile e che possono solo far aiutare la crescita del calcio in rosa”.