Nel calcio moderno risulta assai difficile che un calciatore abbia a cuore la volontà di divenire bandiera del proprio club di appartenenza alla luce delle lusinghe che spesso riceve, specie durante le famigerate sessioni di calciomercato. Per questo motivo, gli atleti che decidono di estraniarsi dalla massa, scegliendo il cuore e non i soldi, finiscono per fare notizia. E’ il caso di Saùl Niguez, centrocampista spagnolo classe 1994, autore, tra l’altro, di tre gol nella semifinale degli Europei Under 21 contro l’Italia, in forza all’Atletico Madrid dal 2007. Dopo aver fatto tutta la trafila delle giovanili, il bravo centrocampista è diventato uno dei punti fermi dei Colchoneros, ai quali si è legato fino al 2026. Sì, avete capito bene: rinnovo contrattuale di nove anni. Saùl Niguez è visto come un esempio per tutti coloro i quali entrano a far parte della famiglia dell’Atletico Madrid ed è il miglior prospetto che negli ultimi anni la cantera del club biancorosso ha saputo produrre. “All’Atletico siamo una famiglia e non c’è miglior posto nel quale si possa stare”: emblematico il messaggio del sodalizio spagnolo per annunciare questo rinnovo contrattuale. In seguito al recente abbandono di Totti, la Uefa ha riaggiornato la lista dei calciatori candidati ad essere bandiera di un club, rammentando il criterio secondo il quale un atleta può essere definito tale: aver militato solo e soltanto in una squadra. Tra i nomi illustri facenti parte di questa speciale graduatoria, annoveriamo De Rossi della Roma, Iniesta del Barcellona, Muller del Bayern Monaco, oltre ai portieri Rui Patricio dello Sporting Lisbona e Akinfeev del CSKA Mosca. Saùl Niguez si candida, dunque, ad entrare in questa ristretta cerchia d’élite così da garantirsi un posto nella storia del sempre più vituperato calcio, con la speranza che il suo gesto possa contribuire a far rivivere i valori di lealtà e senso d’appartenenza che una volta lo contraddistinguevano.

Fonte foto: Fox Sport