Gaia Rizzi, atleta non vedente, di corsa…verso il futuro
“Fino ai tre mesi di vita tutto sembrava normale ma, a seguito di una visita oculistica voluta dai miei genitori che avevano notato delle stranezze ai miei occhi, si è scoperto che sono nata con una malformazione all’apparato visivo, dovuta a un virus in gravidanza“, inizia così il racconto di Gaia Rizzi, atleta paralimpica, campionessa di corsa non vedente della categoria 60 e 200 metri, alla quale la pagina Facebook della Fispes (Federazione Sport Paralimpici) dedica un approfondimento. “Diagnosi: coloboma corioretinico bilaterale con conseguente ipovisione grave ad ambedue gli occhi. Nonostante ciò, la mia ipovisione mi permetteva tuttavia di leggere e scrivere in nero, muovermi senza bastone o con una persona accanto“, prosegue Gaia che ha da sempre praticato sport: “Praticare attività sportiva è sempre stato importante per me, mi ha sempre aiutata in tutti i sensi: nelle amicizie, come valvola di sfogo, per pormi obiettivi che mi spingevano a mettermi in gioco e a lavorare con determinazione e costanza“. Classe 1997, Gaia è una persona introversa ma determinata e caparbia: “Dai 7 ai 9 anni ho praticato nuoto, dai 10 ai 14 anni danza classica e moderna. Pratico anche sci di fondo e discesa, che mi ha insegnato mio padre fin da piccolina, non a livello agonistico, però mi piace molto e mi diverte. Purtroppo a 13 anni, nell’inverno del terzo anno delle medie, la mia situazione visiva peggiora gradualmente. I primi ad essersi accorti che qualcosa non andava, sono stati i miei professori che hanno confidato i loro presentimenti ai miei genitori. Io non me n’ero accorta subito, ma quando ho elaborato il fatto che effettivamente stavo cominciando a perdere quel residuo a cui mi ero abituata, ho subito cercato di mascherare il tutto, fingendo che nulla fosse cambiato. Quando finalmente sono riuscita ad esternare la situazione alla mia famiglia era il giorno del mio compleanno: compivo i 14 anni. I miei genitori si sono prontamente attivati e dopo diverse visite in Italia ed all’estero, ho subìto due operazioni agli occhi a Losanna e Parigi. Purtroppo, niente da fare: a 15 anni il poco residuo visivo, che per me era il mio mondo, si è spento e sono diventata non vedente“. E’ costretta a ricominciare tutto daccapo, a imparare e a scrivere con il linguaggio braille, con il pc e a muoversi con un bastone. Un momento difficile per Gaia: “Ho vissuto momenti davvero duri e difficili, ma con l’amore della mia famiglia sono riuscita a ‘guardare’ avanti con modalità nuove e differenti che mi hanno fatto raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissata”. Lascia la danza e quasi per gioco si avvicina all’atletica su suggerimento del padre: “Non è stato facile trovare qualcuno che corresse con me, ma nel gruppo a cui ero stata assegnata ho trovato Giulia, la prima guida, con la quale abbiamo cominciato subito una bella sintonia ed abbiamo provato con la velocità, che era il suo forte. Così, allenamento dopo allenamento, l’anno seguente decido di fare sul serio, cominciando a fare delle gare”. Lo sport è molto importante nella sua vita, riesce ad andare avanti con positività e determinazione. Da qualche mese ha ripreso anche a fare danza: “Per la precisione ballo, stavolta però salsa e bachata e, grazie al mio maestro Andrea, mi sto divertendo e imparando tantissimo”. Accanto all’attività sportiva, Gaia prosegue anche nel percorso di studi: “Sono al 3° anno di lingue per le relazioni internazionali alla Cattolica di Milano, facoltà che mi ha permesso di unire le mie due grandi passioni: le lingue (inglese, francese e spagnolo), e la politica”. E sui prossimi obiettivi? “Importante obiettivo imminente: la laurea triennale il prossimo anno. Col sogno poi di continuare i miei studi magistrali per diventare interprete al Parlamento Europeo o all’ONU o comunque di lavorare in ambito internazionale. L’altro sogno nel cassetto è quello di poter partecipare ai prossimi Europei di atletica paralimpica e magari Tokyo2020, perché no? So che mi dovrò impegnare molto e sto cercando di intensificare gli allenamenti, nonostante non sia sempre facile conciliare gli impegni di guida, allenatrice ed i miei, ma ce la stiamo mettendo tutta.”. Gaia dedica anche un pensiero particolare a chi la sostiene: “Ringrazio sia Chiara Boniardi, la mia attuale guida, la mia allenatrice Vanessa Palombini, ma soprattutto la mia famiglia che mi ha supportata, mi supporta e so che mi supporterà in qualsiasi cosa io abbia voglia di fare: senza di loro tutto sarebbe più difficile”.
Fonte foto e news: pagina Fb Fispes