Gerald Mballe, l’atleta che rischia di non partite per i Giochi Mondiali di Special Olympics. La storia
“Gerald rappresenta per me il simbolo di cosa vuol dire essere determinati e lottare contro le discriminazioni. Perchè lui è un Game Changer, il primo dei determinati, e perché abbiamo dovuto essere determinati e lottare in tanti per averlo con noi ai Giochi Mondiali di Special Olympics. Purtroppo il suo passaporto con la qualifica di rifugiato politico non e’ ritenuto valido per entrare negli Emirati. Eh si, perchè un ragazzo che viene da un paese in guerra attraversando l’Africa e poi il mare ancora minorenne, che viene accolto in Italia, si integra, fa il volontario alla Croce Rossa per ‘restituire quanto di buono l’Italia gli ha dato’, si allena da anni con gli atleti Special Olympics, studia perché vuole andare all’università, ecco questo ragazzo deve vivere l’umiliazione di non essere accolto nel paese che ospita l’evento più inclusivo dell’anno”.
Ecco il racconto di Alessandra Palazzotti , il Direttore Nazionale di Special Olympics Italia, di questa triste vicenda, vissuta da Gerald Mballe, atleta paralimpico, che per fortuna si è risolta in maniera positiva.
“Noi crediamo che le regole, se sono sbagliate, si debbano cambiare. Allora ci offriamo come garanti, siamo in tanti a volerlo fare. Ma non basta. E allora scriviamo a tutti: consoli e ambasciatori. Smuoviamo le montagne perché vanno cambiate le regole del gioco. Perché è così che si deve fare. Per difendere i propri diritti e quelli degli altri si deve essere pronti a mettersi in gioco davvero, a prendersi delle responsabilità, a rischiare. Noi l’abbiamo fatto. Non siamo riusciti a farlo partire con i compagni e a fargli vivere le due inebrianti giornate che hanno preceduto l’imbarco, ma dopo una notte di scambi di messaggi e telefonate tra Abu Dhabi, Roma e Settimo Torinese e’ arrivato l’OK e abbiamo confermato il volo che avevamo opzionato.
Gerald ha preso un pullman prima dell’alba per andare in aeroporto perché l’ambasciatore negli Emirati ha deciso di concedergli un permesso per entrare. E allora alle 6 di mattina ci sentiamo, mi devo assicurare che il pullman sia puntuale”.
Gerald su quel pullman c’è perché questa occasione non la perderebbe per niente al mondo. Arriva in aeroporto con il suo biglietto. Ma il suo biglietto e il suo documento non bastano.
Purtroppo in aeroporto fanno problemi, Gerald non parte, perché comunque ha un documento diverso dalla norma. Ha uno di quei documenti che indicano che dovrebbe essere protetto e invece viene trattato come un delinquente.
“Allora ancora a smuovere montagne alle 6 di mattina. Anche stavolta siamo in tanti e forse anche un po’ fastidiosi. Si apre un triangolo Dubai Torino Roma che fa l’impossibile”.
Ok, alle 9 Gerald ha la carta d’imbarco. L’aereo parte alle 9.55.
“Subito al controllo. Mi manda la foto sorridente di chi finalmente sta andando a vivere un sogno agognato per un anno”.
Poi lo fanno scendere dall’aereo. C’e’ qualcosa che non quadra. Lo portano via col pulmino. Lo riportano in aeroporto.
“Devono fare delle verifiche, richiamiamo tutti quelli che possiamo richiamare. Mentre intanto penso a quanto si possa essere sentito umiliato un ragazzo che viene fatto scendere dall’aereo con tutti che lo guardano e con tanti, pieni di pregiudizi, che sicuramente pensano che quel ragazzo dalla pelle scura avrà rubato qualcosa. Ma noi le regole le cambiamo anche per questa gente qui, quella piena di pregiudizi”.
Venti minuti di tensione. Poi arriva il messaggio che lo stavano riportando in aereo. Finalmente si decolla verso il sogno.