GIOVANNI CAPPIELLO RACCONTA LA SUA AVVENTURA ALLA GELBISON E DEDICA I GOL CONTRO LA NOCERINA AL SUPER NONNO
VALLO DELLA LUCANIA – “Lo scorso anno non è andato come volevo per via del brutto infortunio ai flessori che da tre anni mi tormenta. Anche quest’anno mi è capitato, sono stato fermo un mese ed ho saltato le prime due di campionato”. E’ Giovanni Cappiello, attaccante, giovane promettente che ora si cimenta in serie D con la Gelbison. “Sono tornato in campo contro l’Agropoli e da quel momento sto cercando di far bene”.
Ma i giovani non sempre riescono ad emergere e, spesso, sono messi ai margini del calcio, tu sei giovane e cosa ti senti di dire a chi di dovere?
“Penso che bisogna dare un’opportunità, la serie D con le sue regole qualche chance la concede e credo che sia un buon campionato per far crescere i ragazzi, almeno quelli bravi. Può essere un trampolino di lancio”.
Ma, spesso, molti che giocano in questa categoria, una volta “sfruttati” per la questione degli under poi vengono accantonati definitivamente: “A volte sono proprio i giovani che non hanno la mentalità giusta per fare il professionista, spesso non vogliono fare sacrifici, fanno tardi la sera, poi accade che in campo fanno male e perdono la fiducia del mister. Bisogna lavorare sodo per arrivare alla meta”.
E tu Giovanni cosa vuoi fare da grande?
“Io provo a fare il calciatore”.
Dopo l’infortunio questa avventura sembra essere nata sotto la buona stella, infatti, hai fatto bene in queste ultime gare: “Devo ringraziare l’allenatore Pepe che sceglie di giocare in attacco con un under. Sono contento, sono stato accolto bene sia dalla società sia dai tifosi e devo dire che la domenica il loro calore si sente”.
Poi arriva la doppietta alla Nocerina, una piazza importante che ha tanto seguito anche mediatico e diventi famoso: “Per quanto riguarda la doppietta contro la Nocerina devo ringraziare i miei compagni, i gol sono merito loro”.
Ma, oltre ai compagni dovremmo ringraziare anche ad una persona che da sempre ti è vicina?
“Il nonno, il super nonno, che mi accompagna da quando avevo 4 anni ed ero alla scuola calcio dello Sporting Vietri. Diciamo che il nonno è ed è stato il mio motore”.
foto, fonte Gelbison