La promozione del Girona in Primera División spagnola è una favola prima che un’impresa sportiva. La prima volta in assoluto che la formazione della Catalogna arriva ad ottenere questo obiettivo. Immaginate che solo pochi anni fa allo stadio andavano ad assistere alle partite non più di 600 spettatori, di solito vecchi appassionati di quei colori. Oggi lo stadio è pieno di giovani che per la prima volta tifano la squadra della loro città e non per le più importanti formazioni spagnole.
Cittadina da centomila anime a pochi passi dalla Francia dove però ha sventolato anche una bandiera tricolore, quella di Samuele Longo.

Samuele Longo arriva al Girona con un curriculum con zero reti all’attivo e, nella piccola cittadina spagnola va a segno ben 14 volte contribuendo alla promozione dei bianco rossi.
Ad allenare la formazione spagnola un ex calciatore che a 23 anni ha dovuto accantonare il sogno ma a 42 si è ripreso tutto con gli interessi facendo giocare la sua squadra in modo ordinato e con movimenti studiati e riprovati in allenamento. Stiamo parlando di Pablo Javier Machín Díez che ha cominciato la sua carriera di allenatore a Numancia solo nel luglio del 2011 terminando il rapporto nel 2013 per approdare proprio nel Girona.
Il suo punto di forza però è stato l’aspetto psicologico perché ha sempre detto ai suoi giocatori che non dovevano aver paura di nessuna squadra ma affrontarle con la giusta ambizione.
La città si stringe forte intono alla squadra, la società che ha sempre versato in condizioni economiche non ottimali viene trasformata e stringe anche un accordo col Manchester City perché di solito i grandi club hanno tanti giocatori interessanti da far giocare e che possono arrivare in prestito senza pesare molto sul bilancio.