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I giovani portieri del Livorno in mani sicure: intervista ad Emiliano Gronchi

“Noi non siamo un numero, siamo i Numeri 1!”. E’ questo il motto che recita spesso Emiliano Gronchi a cui il Livorno ha affidato, da qualche giorno, le mani dei portieri dell’under 15 e dei giovanissimi B. Un bel traguardo per il preparatore dei portieri che, nel suo percorso di carriera, fino ad oggi, ha fatto tanta gavetta, lavorando con umiltà e voglia di migliorarsi giorno dopo giorno: “Ho iniziato ad allenare una squadra di pulcini e poi di esordienti, ma subito ho investito due anni nella formazione per poter insegnare il ruolo del portiere”, esordisce così Gronchi ai nostri microfoni. Una passione per il ruolo del portiere sin dai tempi in cui giocava a calcio. Una volta appese le scarpette al chiodo, inizia a girare l’Italia in cerca di stages e master formativi: “Ho fatto tanta attività di formazione. Il primo a Città Sant’Angelo, poi il “multilivello” a Brescia ed il famosissimo Apport Garda a Villafranca di Verona”. Ha allenato in tutte le categorie inferiori, dalla terza categoria alla serie D, facendo tanta esperienza anche nel mondo giovanile, dai pulcini fino agli juniores: “In questi tredici anni di attività ho avuto anche il piacere di seguire due preparatori professionisti come Mario Capece e Pietro Spinosa. L’anno scorso sono entrato nel mondo professionistico allenando gli under 15 nazionali del Pontedera e la scuola calcio”. La voglia di apprendere di Emiliano non ha soste, anche durante il periodo estivo si adopera per migliorare il suo bagaglio di conoscenze: “Al termine delle stagioni calcistiche ho seguito tanti  Camp, anche con società professionistiche sia in Italia che all’estero. Ho seguito i camp di Juventus e Barcellona, mentre in giro per l’Italia ho avuto modo di operare con il Talent Keeper in Veneto, Imparando Academy nel Lazio, Champions International Champs fra Toscana e Liguria, Koala Sun play sempre in Toscana”. E così, arriva per lui, anche la soddisfazione di un camp organizzato nella sua città: “Per la prima volta sono stato Direttore tecnico di un Camp nel mio paese, a Rosignano Solvay con 19 ragazzi provenienti dalle province di Pisa e Livorno”. Da due anni e mezzo è preparatore dei portieri della Nazionale Italiana Amputati, un altro tassello alla sua crescita professionale: “Da quando alleno i ragazzi della nazionale amputati la mia visione di vita e sportiva si è arricchita maggiormente. Dopo il fantastico quinto posto europeo in Turchia , a fine ottobre giocheremo il mondiale in Messico dove, sono convinto, faremo bene, perché ci stiamo allenando con grande sacrificio e spirito di squadra”.

Infine una riflessione sul ‘portiere’, il ruolo più difficile: “Ho scelto questa ‘vita’ professionale, perché il ruolo del portiere ha mille sfaccettature, oltre alla bellezza dei gesti. Lavorare sulla mente oltre che sulle capacità condizionali, tecnica e tattica è qualcosa di entusiasmante. Trovare la chiave gusta nel cervello dell’estremo difensore, che sia un ragazzino, un giocatore di terza categoria, oppure un professionista affermato, è ciò che lo rende ancor più affascinante; perché, come è noto, questo ruolo è l’unico che ha il preparatore specifico, vista la complessità e la responsabilità che il ruolo comporta”. Ed ecco perché Emiliano Gronchi ripete spesso, a sé stesso e ai suoi allievi, il suo motto: “Noi non siamo un numero, siamo i Numeri 1!”.

Foto di copertina inviata da Emiliano Gronchi

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