“IL BAMBINO HA DIRITTO A GIOCARE E A DIVERTIRSI”. LETTERA APERTA DI UN ALLENATORE DI CALCIO GIOVANILE AI GENITORI
A livello di calcio giovanile sono sempre più frequenti atteggiamenti negativi da parte dei genitori di giovani atleti che, ritenendo i propri figli dei talenti o dei futuri campioni, molto spesso intervengono in modo inappropriato nelle scelte e sulle decisioni degli allenatori. Per provare ad arginare questo fenomeno Aldo D’Anna, classe 1955, da anni impegnato nel mondo dello sport (è stato anche arbitro nazionale di nuoto, pallanuoto e sincro), attuale allenatore nella scuola calcio dell’Olimpic Prà Pegliese (Genova), ha preso carta e penna e ha scritto una lettera aperta ai genitori dei ragazzi che allena. E’ un messaggio che ha trovato d’accordo la sua società (come ci ha confermato telefonicamente il diretto interessato), contenuti che anche noi condividiamo in tutti i suoi passaggi e che vi proponiamo integralmente.
“Nell’ambito sportivo giovanile, i genitori svolgono un ruolo fondamentale, nell’educare e nello stimolare i loro figli verso una sana pratica atletica ed agonistica. Il ruolo del genitore deve essere solamente quello di incoraggiare il figlio al divertimento del gioco del calcio e non deve mai essere quello di portarlo a situazioni di stress per la ricerca di una vittoria. Si deve con lui essere obbiettivi ed usare messaggi chiari. Bisogna apprezzarlo per cio’ che sa fare ed esercitare insieme una giusta critica. Se vogliamo educare dobbiamo avere la fermezza, se vogliamo prepararlo alla vita da adulto dobbiamo pretendere che impari a pagare il prezzo delle mancanze e non eludere mai i doveri che gli spettano. E parlando di sport, dobbiamo pretendere che ne impari e rispetti le regole e che rispetti il ruolo degli altri non dimenticando mai che dobbiamo insegnarli a competere e vincere sempre in modo leale e sulla base delle proprie capacita’ ed azioni. per apprendere tutto cio’ ha bisogno anche del tuo esempio, sii pronto a darglielo!!!! L’esperienza acquisita negli anni ci suggerisce di indicare anche a mamme e papà quali sono gli atteggiamenti che la società ritiene siano da evitare e quelli da assumere, il tutto nell’interesse dei giovani atleti, delle loro famiglie e delle Società Sportive”.
Nella sua missiva D’Anna evidenzia quelli che sono gli atteggiamenti da evitare:“Come genitore, ti chiediamo di non sostituirti al Tecnico. Non fare da secondo allenatore: un allenatore può bastare. Egli è un “maestro di calcio”, se lo fai, rischi di dare suggerimenti che vanno contro le indicazioni impartite dall’allenatore, riducendone l’autorevolezza e rischiando inevitabilmente di limitare il rendimento di tuo figlio. Ricordati che tuo figlio ti osserva e, magari senza dirtelo, ti giudica. Certe esternazioni volgari o violente possono mortificarlo nei confronti dei compagni di squadra o della Società. Evitale. Fai sempre il tifo a favore della squadra di tuo figlio, mai contro gli avversari. Non muovere critiche ed evita di inveire contro il Tecnico: molto spesso le sue scelte sono dettate da motivazioni di cui non sei a conoscenza. Noi siamo aperti al dialogo e a motivarti le nostre decisioni e le nostre metodologie, ma queste devono essere seguite e rispettate. Non criticare mai l’allenatore o i dirigenti della società in presenza dei figli. Evita di esaltare tuo figlio, magari criticando i suoi compagni o il Tecnico. L’amore verso di lui può farti dire, anche inconsciamente, cose illogiche ed inopportune. Non fare carico su tuo figlio delle tue ambizioni. Evita di denigrare l’arbitro e le società sportive avversarie. Quando tuo figlio ha finito una partita non chiedergli se ha vinto o perso. Chiedigli se si è divertito. Questa deve essere la tua preoccupazione primaria”.
Ecco, invece, gli atteggiamenti che un genitore dovrebbe assumere:“Rispetta le decisioni del Tecnico anche se non le condividi. Sarà la Società sportiva ad intervenire se ne ravvede la necessità. Se ritieni puoi sempre chiedere spiegazioni. Tecnici e dirigenti sono a disposizione dei genitori degli atleti per tutte le informazioni necessarie. Ti ricordiamo che la società sportiva non ammette ingerenze da parte dei genitori e parenti degli atleti e/o intromissioni di carattere tecnico-sportivo per quanto riguarda convocazioni, ruoli, tempi di gioco, modalità di gioco e di allenamento, di esclusiva competenza del tecnico e istruttore dell’associazione. Una volta accompagnato tuo figlio in campo, per l’allenamento o per la partita, il tuo compito si esaurisce qui! evita di portare la borsa, non entrare nello spogliatoio o in campo, invaderesti il suo spazio violandone il suo significato. Raggiungi la zona riservata al pubblico e fai sentire il tuo incoraggiamento. Infondi sempre a tuo figlio serenità ed obiettività di giudizio, sia per quanto riguarda il suo rendimento che quello degli altri. Sii indulgente sull’operato degli arbitri; per obiettività e coerenza dovresti assumere lo stesso atteggiamento che usi verso tuo figlio quando sbaglia. Aiuta la Società Sportiva a crescere. C’è sempre bisogno di suggerimenti costruttivi”.
In conclusione della lettera D’Anna lancia un chiaro messaggio a tutti i genitori:”Da moltissimi anni (forse troppi) che insegno nelle scuole calcio e puntualmente ogni scelta ci sono sempre motivazioni che un genitore non sempre capisce. Credo che una decisione da parte dei Genitori vada presa all’inizio quando scelgono di affidare il proprio figlio a quell’Allenatore, poi si devono fidare!!! Credo fermamente che qualsiasi sport sia importantissimo nella vita di un ragazzo e quindi lasciamoli fare in qualsiasi forma gli piaccia. Io credo che la cosa importante da valutare, sia che il bambino è sereno, se va volentieri ad allenarsi e non inventa scuse per rimanere a casa. Perchè è da PICCOLI che si impara a diventare GRANDI“.
Fonte foto: profilo FB Aldo D’Anna