Il calcio raccontato attraverso poesie, libri, musica e opere d’arte. Il prete che associa calcio e identità
Chi pensa che per parlare di calcio bisogna essere necessariamente esperti di tattica, diagonali, schemi e tabellini è decisamente fuori strada. A Salerno, per festeggiare il centenario dell’U.S.Salernitana 1919, l’amministrazione comunale, le scuole, artisti del territorio e tanti bambini hanno deciso di formare una sorta di comitato che potesse raccontare la storia della prima realtà calcistica cittadina in modo del tutto originale e con una serie di eventi che potessero coinvolgere anche coloro che non seguono lo sport, ma che hanno colto l’occasione per accrescere il proprio bagaglio culturale e quel senso di appartenenza proprio di un popolo assai fiero ed orgoglioso delle sue origini. Presso la sala conferenze della Provincia è andata in scena una iniziativa unica nel suo genere, apprezzata a livello nazionale. Nessun video amarcord nè i ricordi delle vecchie glorie granata, quanto poesie, opere d’arte, sfilate di moda, musica e rassegne letterarie per affrontare la tematica calcistica a 360° e in ogni sua sfaccettatura. Bellissimo vedere ragazzi delle scuole elementari e medie di Salerno e provincia inscenare una vera e propria galleria in cui hanno esposto quadri realizzati artigianalmente e con grande semplicità. “Provate a immaginare una scena speciale che possa descrivere il significato emotivo del centenario” la traccia da seguire e gli allievi sono stati bravissimi. C’è chi ha identificato la passione per il calcio in un abbraccio tra nonno e nipoti, chi ha immortalato un suggestivo tramonto disegnando l’ippocampo al centro del sole, chi ancora ha realizzato decine e decine di cavallucci marini in rame o ceramica donandoli al pubblico presente.
Tanti semplici cittadini, con genuinità e senza dimenticare origini e dialetti locali, hanno invece recitato poesie originali e ricche di passione. Premio speciale per Alfonso Gargano, protagonista di un brano interamente dedicato alla nascita della Salernitana: “Diciannove è il numero granata, la squadra salernitana è nata. Diciannove giugno, cent’anni fa: ecco che il sogno diventava realtà. Il cavalluccio marino sullo scudetto, con il mare un connubio perfetto. Sulle spalle la maglia granata, nei cuori la passione è nata. Cori e bandiere in casa e in trasferta, la tifoseria è una presenza certa. Quest’anno si festeggia il centenario, la Salernitana? Che stupendo scenario!”. La manifestazione si è chiusa con un altro momento particolarmente toccante: una madre come tante ha voluto dedicare una poesia ad Enzo, Ciro, Peppe e Simone, quattro ragazzi morti tragicamente il 24 maggio 1999 a causa del rogo appiccato sul treno che tornava da Piacenza. Tra lacrime e brividi è stata rivissuta la più grande tragedia sportiva della storia del calcio salernitano, tutto accompagnato dal ricordo di ex calciatori presenti in sala e che, all’epoca, indossavano la maglia della Salernitana.
Gli eventi culturali abbinati al centenario sono proseguiti anche nelle ore successive. Una scolaresca di Sant’Angelo dei Lombardi (paese in provincia di Avellino) alle prese con un progetto giornalistico ha colto l’occasione per visitare la città e per intervistare il Sindaco Vincenzo Napoli incentrando il lavoro poi realizzato con preside e docenti sulla grande festa del popolo granata. “Siamo sorpresi” ha detto uno dei responsabili “i quartieri imbandierati, gli striscioni e le coreografie richiamano l’attenzione di un gran numero di persone che, contestualmente, ammirano le bellezze di Salerno. Senza l’appiglio del calcio non avremmo mai potuto goderci il Duomo, il centro storico, le Chiese, la Villa Comunale il Tempio di Pomona e tante altre eccellenze artistiche custodite nella vostra città” ha detto uno dei responsabili invitando gli studenti a fotografare tutto per poi realizzare un video da diffondere sul web. Presso Largo Barbuti è toccato al grande radiocronista Riccardo Cucchi in compagnia dello storico capitano Roberto Breda parlare di Salernitana attraverso opere letterarie e citazioni di grandi personaggi che si sono distinti in ambito poetico, filosofico e artistico. Presso il Duomo, infine, 500 persone si sono ritrovate per commemorare tifosi e calciatori che purtroppo non ci sono più. Don Michele, il parroco, ha incarnato perfettamente lo spirito dell’iniziativa rivolgendosi così ai presenti: “Una squadra di calcio non è soltanto un gruppo di giocatori che devono buttare il pallone in una porta, ma un concetto di identità che si tramanda di padre in figlio accomunando generazioni. E’ bello pensare che, in un momento di festa, tutta la cittadinanza abbia inteso riservare uno spazio alla memoria. Salerno e la Salernitana rappresentano la storia di ogni cittadino nonché uno strumento per accrescere il senso di appartenenza e per far capire alle nuove generazioni che dietro una maglia, una divisa o una singola bandiera affissa al balcone ci sono tante storie che meritano di essere raccontate”.
Una menzione anche per la mostra organizzata presso il Teatro Ghirelli dall’associazione “19 giugno 1919”. Una sorta di tuffo nel passato proiettata al futuro. L’esposizione di centinaia di maglie, documenti storici, giornali dell’epoca, ricordo di personalità di spicco, testimonianze di storici e collezionisti e produzione di libri a tema hanno richiamato l’attenzione di quasi 8000 persone ed è stato bellissimo vedere tifosi con i capelli bianchi che ad ogni divisa associavano un ricordo di vita condiviso con i più piccoli, con la moglie, con i figli, con tanti curiosi che hanno ascoltato decine e decine di storie non necessariamente collegate al mondo del calcio. E provateci ancora a dire che è soltanto un pallone che rotola in una rete….