IL GIUDIZIO DI ANTONIO LOSCHIAVO SULLE CAMPANE:”IL BENEVENTO LA SQUADRA MEGLIO ATTREZZATA”
“Tra le tre campane il Benevento mi sembra quella che abbia operato meglio sul mercato, con una società forte alle spalle che ha fatto bene in tutti questi anni. Quest’anno, anche con l’esperienza di Salvatore Di Somma, hanno allestito un’ottima squadra confermando gli elementi che hanno fatto bene in Lega Pro e che erano già idonei per la serie B, e in più hanno rinforzato l’organico con elementi validi e di prospettiva. Da questo punto di vista il Benevento ha qualcosa in più rispetto alle altre due campane”. Così si esprime Antonio Loschiavo, ex dirigente della Salernitana ai tempi della promozione in Serie B nel 1993/1994 con Delio Rossi in panchina e nel 2010/2011 che culminò con la sconfitta in finale contro il Verona, raggiunto telefonicamente dalla redazione de Il Bello dello Sport.
Ecco il suo giudizio, invece, sulle altre due squadre campane:”L’Avellino sta pagando la rivoluzione quasi completa della rosa, e questo ha comportato un tempo più lungo per amalgare l’organico rinnovato. Poi ci sono stati infortuni importanti, però nelle ultime partite sembra che i risultati stiano iniziando ad arrivare. Con la rosa al completo sicuramente l’Avellino potrà fare il suo onesto campionato. La Salernitana è stata sicuramente attrezzata bene, anche se manca sempre qualcosa per dare continuità ai risultati. Infatti alterna prestazioni esaltanti come le vittorie contro Benevento e Ternana, con delle prestazioni che lasciano un pò interdetti”.
Antonio Loschiavo è intenditore di calcio, oltre che un professionista serio e preparato. Con lui ci soffermiamo a parlare anche di altri argomenti legati al calcio e alla sua esperienza a Salerno.
Dopo l’ultima esperienza a Benevento, cosa stai facendo in questo momento?
“In questo momento sto lavorando a livello di consulenze, perchè per motivi di famiglia strettamente personali, mi sono un attimo fermato e ho cercato di pensare di più alla famiglia e alle persone che mi sono intorno, perchè a volte uno è preso dai tanti impegni e trascura gli affetti più intimi“.
Le due importanti esperienze a Salerno, quella della promozione in Serie B nel 93/94 e quella più sfortunata culminata con la sconfitta in finale contro il Verona nel 2010/2011.
“Sono state due esperienze bellissime, anche se la prima è stata esaltante perchè abbiamo vinto il campionato mentre la seconda si è conclusa con la sconfitta in finale contro il Verona. In tutte e due le volte mi sono trovato a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato della società. Le due esperienze sono accomunate dalla difficoltà di operare in un contesto non facile: a volte abbiamo fatto anche una colletta per poter affrontare una trasferta o per pagare uno stipendio. Però il fatto di trovare un gruppo tra tecnici e giocatori eccezionali e poi un ambiente che ci ha sostenuto fino in fondo, tutto questo alla fine ti riempie di gioia perchè vedi che gli sforzi e i sacrifici fatti per raggiungere un obiettivo sono stati ampiamente riconosciuti e ripagati”.
Doti e abilità manageriali ed organizzative che sono emerse in un contesto e in situazioni di difficoltà.
“Grazie, però peccato per l’ultima esperienza perchè, se avessimo avuto una società solida alle spalle, la finale con il Verona poteva essere vinta e magari oggi si parla di una storia totalmente diversa”.
Se la Salernitana avesse vinto la finale play off contro il Verona, credi che la società avrebbe evitato il fallimento?
“Credo che con la promozione in Serie B, dove ci sono più introiti, la famiglia Lombardi avrebbe avuto la possibilità di ripianare i conti e continuare l’attività”.
Quanto è difficile fare calcio oggi?
“Il calcio è cambiato profondamente, una volta il calcio era fatto di passione e di partecipazione, oggi invece le televisioni hanno rovinato lo spettacolo. Poi i grandi club la fanno un pò da padroni, mentre in passato c’era una ripartizione dei diritti in eguale misura tra tutte le società che riuscivano cosi ad onorare gli impegni. Oggi invece è diverso e quindi si va avanti con lo sforzo degli imprenditori. Ed è ovvio che in un momento di crisi anche gli imprenditori ci pensano su bene prima di fare degli investimenti. Tolta qualche isola felice nei campionati inferiori si fa fatica dappertutto, e oggi diventa più difficile rispetto al passato riuscire a vendere a buon prezzo i propri calciatori“.
Raccontaci un aneddoto della tua esperienza a Salerno.
“All’inizio a Salerno non era ben visto perchè ero di Avellino e provenivo dal Foggia, quindi ero visto come quello che era arrivato per distruggere la Salernitana. Poi, dopo aver parlato con i tifosi ed in particolare con Ciccio Rocco e Siberiano in un teatro, ci fu una sorte di armistizio, loro capirono che stavo li per fare le cose per bene e che ero un professionista e che volevo il bene della Salernitana“.
E i fatti gli hanno dato pienamente ragione.
Fonte Foto: profilo FB di Antonio Loschiavo